“La scelta del nucleare è inevitabile se si vuole procedere verso un autentico ‘green deal’. Come vice presidente del Consiglio mi prendo l’impegno perché il Governo entro quest’anno riporti l’Italia tra i Paesi civili e sviluppati”. Lo ha dichiarato Matteo Salvini (nella foto, ndr) intervenendo oggi, lunedì 15 aprile, al convegno sul tema “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico”, organizzato da iWeek e svoltosi al polo didattico del Dipartimenti di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia. “Se vogliamo che si possa accendere l’interruttore nel 2032, bisogna partire subito – ha aggiunto il vicepremier -. Abbiamo ingegneri di grande valore che lavorano all’estero e fanno progredire altri Paesi, perché non possono farlo anche in Italia? E’ necessario evidenziare non solo i vantaggi economici ma anche quelli ambientali legati alla scelta del nucleare. Un referendum sul nucleare? Se fosse necessario, sarei il primo a promuovere una raccolta di firme”.
Al convegno di Pavia è intervenuto in video-collegamento anche Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica: “Il ‘nuovo nucleare’ – ha detto- è una risorsa per il contrasto ai cambiamenti climatici: il governo lo sta studiando e lo sta valutando. La media europea è al 20% di produzione di energia dal nucleare, con 100 reattori attivi e altri in costruzione. In alcuni Paesi si arriva al 50% e le politiche Ue sono state tutte improntate alla sostituzione direi ideologica degli idrocarburi con l’elettrico, che avvantaggia alcuni Paesi, inanzittutto la Francia, che dipendono molto meno nei prezzi dalle turbolenze geopolitiche”.