“Qualsiasi donna ha diritto di essere libera e costruire la sua felicità”. Lo ha sottolineato oggi pomeriggio, martedì 5 dicembre, Lucia Annibali (quarta da sinistra), nell’incontro svoltosi nell’Aula Foscolo dell’Ateneo pavese durante il quale il Rotary Club Pavia le ha assegnato il “Premio Internazionale Gerolamo Cardano”. Dieci anni fa, il 16 aprile 2013, l’avvocatessa originaria di Urbino venne sfregiata al volto da un uomo mandato dal suo ex fidanzato.
“Il giorno in cui sono stata aggredita nel pianerottolo di casa mia – ha raccontato Lucia Annibali – ha rappresentato uno spartiacque della mia vita: è come se la Lucia ragazza avesse passto il testimone alla Lucia donna. Per me è stato un punto di svolta. Può sembrare paradossale ma finalmente, a 36 anni, mi sono incontrata e conosciuta. Nella camera di ospedale del centro grandi ustionati di Parma, dove ero stata ricoverata, mi sono sentita piena di vita”.
“In questi dieci anni – ha aggiunto – ho sempre cercato di raccontare la forza e la generosità delle donne, che da sempre sono vittime di soprusi e discriminazoni anche di carattere economico. Per me è importante mantenere un rapporto con i giovani e anche con i detenuti: mettere a disposizione di altri la propria sofferenza, può essere d’aiuto”.
Lucia Annibali ha raccontato anche il dolore che l’accompagna sempre: “Mi dispiace moltissimo quanto mi è successo e anche per il mio volto: ogni giorno mi impongo la fatica di uscire di casa e incontrare le persone, incrociare mille volti e mille occhi. Ma la mia è stata fino ad ora una vita straordinaria, che mi ha dato la possibilità di essere me stessa. La libertà è la più grande ispirazione per ognuno di noi. Il male ha attraversato per un momento la mia vita, ma è stato poi sommerso dal bene”.
Marta Sempio (terza da sinistra), la past president del Rotary Club Pavia che l’ha premiata, ha elogiato Lucia Annibali “per il suo coraggio di esporsi pubblicamente e anche politicamente. Non è stata paralizzata dalla paura, anzi quanto le è successo le ha dato un grande forza”.