“La visita pastorale alla città di Pavia: un tempo d’incontro”

L'editoriale del Vescovo Corrado Sanguineti per la Festa delle Ss. Spine sull'ultimo numero de "il Ticino"

di Mons. Corrado Sanguineti (Vescovo di Pavia)

 

In occasione della festa cittadina delle Sante Spine, al termine della processione che si snoderà per le vie del centro, sarà indetta la visita pastorale alla città di Pavia, che avrà il suo inizio nel prossimo autunno. Dopo aver concluso nel 2022 la visita alle comunità dei tre vicariati extra-cittadini, posso finalmente dedicare un tempo disteso all’incontro con le parrocchie e gli ambienti della nostra città di Pavia. La visita pastorale non è un adempimento formale, è un momento importante nella vita di un vescovo e di una diocesi, perché permette una relazione e una conoscenza più ricca tra il pastore di una Chiesa particolare e le comunità affidate alla sua cura. Così è accaduto negli anni scorsi, quando ho potuto percorrere le parrocchie e le unità pastorali dei tre vicariati di campagna, entrando in contatto con l’ambiente dei paesi e delle città, con il ritmo ordinario della vita parrocchiale, con le fatiche e le risorse delle comunità civili ed ecclesiali, con multiformi espressioni del volontariato e del mondo sociale. Ascoltando, incontrando persone, famiglie e gruppi, condividendo più da vicino la vita dei miei sacerdoti, ho potuto avere un’immagine più realistica e viva delle comunità parrocchiali, molte delle quali, da anni, cercano di realizzare un cammino di collaborazione e di condivisione nella forma delle unità pastorali. Ho potuto pregare, spezzare il pane della Parola e dell’Eucaristia, visitare malati e anziani, nelle loro case e nelle strutture di accoglienza e di cura, ho potuto incoraggiare i tanti cristiani laici che si sentono partecipi e corresponsabili della vita delle comunità, ho potuto dare qualche indicazione di cammino e sostenere una maggiore apertura missionaria delle parrocchie nell’ambiente in cui sono immerse.

Una conoscenza più articolata della città

La visita alla città ha delle caratteristiche sue e ovviamente non potrà realizzarsi con la capillarità possibile nei paesi. Innanzitutto, in questi mesi, si è cercato di avviare una conoscenza più articolata della città, delle sue emergenze e delle sue potenzialità, del lavoro pastorale in atto, che vede vari soggetti come protagonisti: i sacerdoti e gli operatori pastorali, le comunità religiose, le parrocchie che anche in città cominciano a collaborare a livello di zone, gli oratori, le molte espressioni d’ispirazione cristiana del volontariato e le comunità per minori o soggetti fragili, la Caritas diocesana e quelle parrocchiali, le scuole paritarie cattoliche che entrano in contatto con numerose famiglie del territorio e offrono una proposta educativa di valore, illuminata dalla fede, alle giovani generazioni, le forme di servizio pastorale negli ambienti (sanità, università e cultura, scuola e mondo del lavoro), l’animazione della vita cristiani per gruppi di migranti, sempre più presenti anche tra noi, come una ricchezza grande per la nostra Chiesa, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali, che spesso operano direttamente nei normali ambienti di vita. Inoltre, come vescovo, intendo svolgere la visita incontrando le differenti zone della città, con momenti parrocchiali e momenti rivolti alle comunità di una zona, soprattutto per incoraggiare e favorire forme di collaborazione e di proposta che coinvolgono gruppi di persone di più parrocchie insieme (catechisti, adulti, gruppi di preadolescenti nel post-cresima, di adolescenti, giovani e universitari, volontari nel campo della carità). Infine, per quanto sarà possibile e con modalità differenti, spero di poter incrociare anche persone e ambienti non ecclesiali, attivando forme d’incontro, d’ascolto e di dialogo, e cercando di rendermi vicino alle presenze più fragili, che rischiano di non apparire, a case e strutture di accoglienza e di educazione, ai luoghi di cura che caratterizzano la nostra città.

“Una Chiesa in uscita” anche a Pavia

Certamente Pavia è cambiata e cambierà ancora nei prossimi anni, e anche dal punto di vista del suo tessuto cristiano, è in atto un processo di secolarizzazione crescente. È una città che esprime posizioni ideali e tradizioni culturali di differente orientamento, e che conosce la crescita di varie comunità religiose e la presenza di Chiese cristiane differenti, che da anni cercano di crescere in un rapporto positivo di conoscenza, di scambio e di testimonianza comune allo stesso Vangelo. Anche queste comunità vorrei poter raggiungere nel mio cammino per la città di Pavia, valorizzando il clima positivo di stima e di dialogo, sia nell’ambito ecumenico che in quello interreligioso. Vorrei soprattutto che l’esperienza della visita pastorale in città sia un tempo fecondo per la comunità cristiana e sociale di Pavia: che aiuti le parrocchie di ogni zona e le altre espressioni della vita ecclesiale a crescere in un percorso comune di vita e di annuncio, di carità e di missione per promuovere una presenza dei cristiani capace d’intercettare la vita delle persone e delle famiglie, perché possa essere davvero “una Chiesa in uscita”, come ama ripetere Papa Francesco, non ferma e chiusa nella ripetizione di un passato, ma sanamente inquieta, tesa a dare testimonianza della fede e farsi compagna di cammino con ogni uomo e donna che abitano e vivono in questa nostra città di Pavia.