Era una vera e propria “produzione industriale” di marijuana, sviluppata in tre siti, due capannoni a Villanterio (Pavia) e uno a Pieve Emanuele (Milano), capace di immettere sul mercato tra i 30 e i 40 kg. al mese di cannabis destinati soprattutto ai clienti della movida milanese. L’organizzazione è stata stroncata da un’indagine condotta dalla Procura di Pavia. All’alba di oggi, mercoledì 17 marzo, sono state eseguite sei ordinanze di custodia cautelare (di cui cinque in carcere) nei confronti di sei albanesi (cinque uomini e una donna) che si occupavano della coltivazione della marijuana nei capannoni e della successiva vendita della sostanza stupefacente. In precedenza erano stati arrestati in flagrante tre “corrieri” con circa 10 kg di cannabis. Le misure sono state eseguite dai poliziotti della squadra mobile di Pavia, con la collaborazione del Reparto prevenzione crimine e dell’Unità cinofili antidroga di Milano, nonchè del Reparto volo di Malpensa (Milano). La polizia ha sequestrato 10mila piantine di mariijuana e circa 50mila euro in contanti, ritenuti il guadagno dell’illecita attività. “Il gruppo criminale – si legge in un comunicato della Questura di Pavia – aveva realizzato un sistema produttivo di livello ‘industriale’ per la coltivazione della marijuana: centinaia di lampade collegate abusivamente alla rete elettrica pubblica garantivano il riscaldamento delle piante; attraverso delle cisterne veniva garantito l’approvvigionamento idrico. Tutte le coltivazioni, infine, erano dotate di un sistema sofisticato di videosorveglianza con telecamere e foto trappole che permettevano al gruppo di controllare le coltivazioni anche da remoto”. Dalle indagini, coordinate da Mario Venditti, procuratore aggiunto di Pavia, è emerso che l’organizzazione aveva l’obiettivo di produrre 300 kg. di marijuana entro la prossima estate.
(nella foto della Questura di Pavia alcune delle piantine sequestrate)