Si apre giovedì 14 novembre il nuovo anno accademico dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia (nella foto), il più antico collegio universitario di merito in Italia. Durante la cerimonia, che si svolgerà nel Salone degli Affreschi e avrà inizio alle 18.30 con i saluti istituzionali del presidente del Borromeo Vincenzo Salvatore, interverranno per conto del comitato scientifico Marta Cartabia, già giudice della Corte Costituzionale e ministra della Giustizia, Patrizio Bianchi, economista ed ex ministro dell’Istruzione, e Andrea Moro, linguista, neuroscienziato e docente dello Iuss, che, coordinati da Renzo Dionigi, chirurgo e già rettore dell’Università degli Studi dell’Insubria, dialogheranno su “La vita non è per dilettanti”.
La Lectio sarà tenuta da Piero Stanchi Alumnus dell’Almo Collegio Borromeo, ingegnere, manager delle telecomunicazioni. Seguiranno gli interventi del rettore del Collegio Alberto Lolli, della prefetta Francesca De Carlini, del rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto, del rettore della Scuola Universitaria Superiore (Iuss) Riccardo Pietrabissa, del presidente Associazione Alumni Alessandro Bacchetta, dei rappresentanti degli studenti Giorgia Lazzeretti e Giacomo Minuto.
La cerimonia dedicata all’inaugurazione del nuovo anno accademico prevede anche l’accoglienza delle matricole, con la consegna degli stemmi del Collegio.
“L’ingresso di 30 nuove matricole rappresenta una primavera che si rinnova ogni anno da 463 anni, sottolineando l’età di un’istituzione fondata in un periodo di grande crisi, durante un cambio epocale – spiega il rettore Alberto Lolli -. Una trasformazione che sta segnando anche questo momento storico. Un tempo in cui sono fondamentali, oggi come allora, il talento e la capacità di condividere le proprie abilità e il proprio ingegno. Il Collegio Borromeo insegna a coltivare il talento e a metterlo a disposizione degli altri, perché condividere significa cambiare la società e dominare il cambiamento d’epoca, oggi come allora”.
“Il tema “La vita non è per dilettanti” è un richiamo forte a comprendere che noi siamo attori della nostra vita e non solo ingabbiati in essa passivamente – sottolinea il professor Moro -. Se capiamo questo, capiamo anche che occorre saper scegliere gli strumenti per affrontare i problemi e talvolta prevenirli ma soprattutto riconoscere che la nostra esistenza ci chiama a rispondere e non solo ad accettare la nostra condizione”.