Massimo Bernuzzi, l’avvocato innamorato della “sua” Pavia

Marito di Lidia e papà di Giorgio, l’avvocato Massimo Bernuzzi è un volto conosciuto a Pavia sia per la sua professione, che per la sua passione per la musica, all’inizio un lavoro con collaborazioni con artisti internazionali come Gianna Nannini e infine un divertimento con i mitici Fiò d’la Nebia, formazione in cui ha suonato per diversi anni. Oggi il suo
impegno vuole offrirlo al mondo della politica locale candidandosi come consigliere comunale a sostegno di Alessandro Cantoni: “Ci conosciamo da ragazzini, abitavamo nel quartiere Città Giardino a poca distanza l’uno dall’altro, forse ci divideva sì e no un cortile – ricorda Bernuzzi -. So chi è, conosco il suo modo di vedere la città ed ho accettato volentieri quando mi ha chiesto di sostenerlo”. Ma qual è la “Pavia ideale” di Massimo Bernuzzi? “È quella dove sono cresciuto, una città che offriva molto ai suoi cittadini, ricca di cultura e di possibilità. Si pensi anche solo alla nostra Università, una delle più antiche del mondo, con ben diciassette collegi universitari. Io poi sono laureato in Giurisprudenza e non posso non ricordare che è più di un millennio che si insegna diritto a Pavia (il capitolare di Lotario è dell’825). Qui hanno studiato personaggi del calibro di Goldoni, Beccaria, Zanardelli, San Carlo Borromeo,
esponenti della cultura italiana, europea e mondiale e anche una delle prime donne della storia che si sono laureate in Giurisprudenza, Maria Pellegrina Amoretti. Hanno insegnato, fra gli altri, Alessandro Volta e Ugo Foscolo, ma l’elenco
sarebbe lunghissimo per numero e altissimo per pregio. Un’Università che attira molti giovani da tutto il mondo ai quali la città deve garantire ricettività, servizi, opportunità. Pavia è la città delle cento torri e delle cento chiese,
in massima parte veri e propri capolavori. Al riguardo non può essere dimenticato l’aspetto religioso e basti pensare che qui riposa Sant’Agostino, Padre dottore della Chiesa. E che dire del Ticino? Un parco con scorci meravigliosi che tante volte ho potuto apprezzare quando da ragazzo risalivo il nostro fiume con mio padre sul barcè o in canoa… E
ancora, la nostra sanità d’eccellenza. Tutto questo deve essere valorizzato e promosso al fine di permettere alla città di esprimere appieno il proprio altissimo potenziale. Purtroppo da troppo tempo Pavia mi sembra una città con ‘il
freno a mano tirato’”.
Quali sono i temi più sentiti dall’avvocato Massimo Bernuzzi? “Sono quelli che mi hanno segnalato più di frequente
i cittadini pavesi. In particolare la sicurezza e il decoro. Io sono nato e cresciuto a Pavia e non ricordo di aver mai avuto la sensazione di essere in pericolo abitandoci e vivendo la città, nemmeno quando da studente si faceva tardi la sera. Oggi resto colpito e mi dispiace quando raccolgo le segnalazioni di tante persone che abbiamo ascoltato in questi
giorni: so di adolescenti vittime di tentativi di rapina in pieno centro. C’è insicurezza diffusa e questo non può essere accettato né tollerato. Pavia per me è sempre stata una città a misura d’uomo, che ti vuole bene, e deve tornare ad essere attenta alla serenità di chi ci vive e la vive. Pavia poi deve tornare ad essere viva, ma non solo alla sera, con la movida. Le strade e le piazze della mia città devono essere frequentate per tutta la giornata e questo comporta l’adozione di politiche che consentano ai luoghi di essere centri di aggregazione, soprattutto per le famiglie. Per ottenere questo, è però necessario intervenire anche per migliorare il decoro della città (altro nervo scoperto, in base alle segnalazioni dei cittadini). Una città più sicura e più pulita è certamente più godibile e attrattiva. Non può essere taciuta la necessità di sostenere il commercio pavese. Pavia è sempre stata una città con spiccate attitudini commerciali, mentre ultimamente il settore manifesta sofferenza. Il commercio merita politiche di sostegno, una vetrina accesa e un negozio aperto sono anche presidi di legalità e sicurezza a costo zero per la collettività”.
Infine, la scelta di candidarsi è anche una decisione di responsabilità: “Ho scelto di farlo anche per mio figlio, per i nostri figli e per chi verrà dopo di noi – conclude Massimo Bernuzzi -. Lo faccio anche per i nostri anziani. Vorrei dare a tutti i miei concittadini la città nella quale sono cresciuto io e che mi è stata lasciata in eredità dai miei genitori. Insomma, mi identifico totalmente con il motto adottato da Alessandro Cantoni: dobbiamo agire mossi dall’amore per questa magnifica città usando la testa. Testa e cuore per Pavia”.

Simona Rapparelli