È uno dei volti più conosciuti della vita amministrativa di Pavia. Rodolfo Faldini ha già “frequentato” in diverse occasioni Palazzo Mezzabarba, in qualità di consigliere comunale e anche di assessore. Alle elezioni dell’8 e 9 giugno si presenta come capolista di “Facciamo Centro”, un movimento che rientra nella coalizione di centrosinistra a sostegno della candidatura a sindaco di Michele Lissia.
Perché ha deciso di ricandidarsi per il consiglio comunale di Pavia?
“Sin da quando ero ragazzo ho coltivato una grande passione per la vita politica e amministrativa di Pavia: un impegno che vivo come ‘servizio’ alle persone, con le quali mi confronto ogni giorno sui problemi, piccoli e grandi, della città. Sono tante le ‘battaglie’ in cui mi sono cimentato in questi anni: l’ultima, in ordine di tempo, è quella intrapresa contro il rischio da elettrosmog legato all’eccesiva diffusione di antenne sul territorio comunale; una battaglia a difesa della salute dei cittadini e contro l’egemonia delle compagnie telefoniche”.
Perché ha scelto di collocarsi nell’area del centrosinistra?
“Per me è un ritorno alle origini. Politicamente nasco come socialista, poi mi sono accentrato nel Partito Popolare e nella Margherita. Il mio è sempre stato un percorso nell’area moderata. Dopo essermi candidato nel 2019 con Forza Italia, ora torno con una lista civica. In realtà sono sempre stato nel centro, con una spiccata adesione ai movimenti civici come conferma la mia presenza in ‘Pavia Città per l’Uomo’, ‘Pavia per Cattaneo’ e ora ‘Facciamo Centro’. Per la nostra lista si profila anche l’opportunità di occupare lo spazio lasciato libero dalla mancata presentazione di quella di Marco Anselmetti al quale mi unisce, oltre all’amicizia, anche una certa affinità nella proposta politica per la città”.
Nel corso dell’ultima consigliatura ha deciso di lasciare il centrodestra…
“La mia è stata una scelta ponderata. Durante il drammatico periodo della pandemia, che anche a Pavia ha mietuto vittime, ho più volte sollecitato la giunta ad occuparsi principalmente dei gravi problemi che affliggevano le persone e le famiglie; non era il momento di pensare a strade e marciapiedi. Da lì in poi i rapporti si sono sfilacciati, ed è stato per me naturale ritirarmi verso il centro, la mia area politica. Nei 4 anni di opposizione alla giunta Fracassi, si è costruito un proficuo rapporto di collaborazione con i colleghi del centrosinistra che oggi ci consente di stare insieme nella coalizione che sostiene Michele Lissia”.
Quali sono i punti principali del vostro programma?
“Considero fondamentali alcuni temi dimenticati dall’ormai defunta Amministrazione di centrodestra: mi riferisco in particolare a sicurezza e decoro. Erano al centro del mandato del sindaco Fracassi. In realtà la delega sulla sicurezza non è mai stata esercitata: se ne occupano le forze dell’ordine, ma politicamente è mancata una guida. Vorrei dedicare la necessaria attenzione ai residenti del centro storico, che chiedono di essere tutelati da fenomeni di malamovida purtroppo ancora diffusi. Il Comune deve saper dialogare con entrambe le parti: con i giovani che vogliono giustamente divertirsi, ma anche chi ha il diritto di riposarsi durante le ore notturne. Penso inoltre che una città più illuminata garantirebbe una maggiore prevenzione contro ogni forma di violenza o criminalità. Quanto al decoro, è un altro fronte sul quale la giunta ha fallito. La città deve essere più pulita: serve un impegno economico che assicuri una cura quotidiana di tutti i quartieri”.
Altri settori sui quali intervenire?
“Sarà necessario impegnarci su più fronti. Penso ad esempio allo sport e all’abbandono della piscina comunale di via Folperti: oltre a privare i cittadini dell’unico impianto pubblico, non dimentichiamo che lì sono cresciuti campioni del nuoto che oggi devono allenarsi fuori città. Più in generale, è urgente un intervento su tutte le strutture sportive cittadine. Ritengo inoltre indispensabile intervenire per un miglioramento della mobilità urbana e un potenziamento del trasporto pubblico locale, con l’individuazione di altri parcheggi di interscambio per favorire chi arriva da fuori città. Si può pensare ad un accordo con Rete ferroviaria italiana per utilizzare il tratto cittadino della Pavia‐Codogno come metropolitana a cielo aperto, un vecchio sogno nel cassetto, con l’abolizione di un passaggio a livello che indispettisce tanti cittadini: nel 2024 non è più possibile pensare a un tale strozzamento della viabilità. Infine ritengo fondamentale anche favorire una maggiore partecipazione dei cittadini, oggi trascurati per non dire ignorati: sono per una riattivazione dei comitati di quartiere, per garantire la collaborazione di chi non è dentro il palazzo”.
(A.Re.)