I lavori di ristrutturazione al Tribunale di Pavia sono fermi da troppo tempo e questo preoccupa non poco la magistratura pavese. E’ il quadro emerso oggi, martedì 20 febbraio, dall’incontro con il Consiglio Giudiziario di Milano, svoltosi al Collegio Borromeo di Pavia. La Procura pavese si segnala per l’intensa attività di indagine, ma se non verranno rimesse in funzione tutte le aule presenti nel palazzo di giustizia il ritmo dei processi non potrà aumentare,
“Ci siamo attivati per rinnovare i fondi stanziati anni fa, pari a quasi 5 milioni di euro per gli interventi di ristrutturazione – ha sottolineato il procuratore Fabio Napoleone -. Il Provveditorato alle opere pubbliche ha dato incarico a un’azienda di iniziare, ma i lavori si sono fermati. Noi non abbiamo potere di intervento diretto. E’ il Provveditorato alle opere pubbliche che ci deve pensare. Ma il Provveditorato, come ha spiegato il presidente della Corte d‘Appello, nel Nord Italia soffre per una carenza di personale di circa il 50 per cento e sostiene che, in tali condizioni, non è possibile seguire le opere, che nel nostro caso andrebbero in parte anche riprogettate. Quindi ci troviamo in una situazione di stallo, che possiamo solo denunciare agli organi superiori e al Ministero a cui abbiamo scritto moltissime volte. Se avessimo più aule potremmo accelerare la celebrazione dei processi. Non a caso le udienze per il caso della rivolta nel carcere di Pavia sono state ospitate alla Sala dell’Annunciata, fuori dal Tribunale. Si era parlato anche dell’aula della Questura. Ma la giustizia deve avere i suoi luoghi”.
“Il palazzo soffre anche per un cattivo funzionamento degli impianti di riscaldamento e condizionamento – ha aggiunto Guglielmo Leo presidente del Tribunale Pavia -. La facciata, di pregio storico, dovrebbe essere ristrutturata. Abbiamo chiuse le stanze di cancelleria nel dipartimento penale, dopo che sono state allagate dai condizionatori d’aria. Servirebbe una fortissima volontà organizzativa nell’affrontare questi problemi; ci ha molto preoccupato l’atteggiamento di resa che abbiamo riscontrato da parte del Provveditorato, nell’ultimo incontro avuto”.