Il Comune di Pavia e le associazioni cittadine impegnate ogni giorno sul fronte della solidarietà (Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Casa del Giovane, Croce Rossa, Associazione Piccolo Chiostro e Ronda della Carità) cercano far fronte all’emergenza senzatetto scattata dopo la chiusura notturna della stazione, dalle 2 alle 4, decisa dalle Ferrovie. E’ quanto emerso dalla riunione di oggi, mercoledì 4 gennaio, del “Tavolo delle fragilità”. Nel dormitorio comunale di via San Carlo verranno messi a disposizione cinque posti-letto; altri quattro saranno garantiti dalla Caritas. Il numero di coloro che rischiano di restare senza un tetto di notte in seguito alla chiusura della stazione oscilla tra le 10 e le 15 persone. Con i nove posti trovati, il caso potrebbe trovare una parziale soluzione. Già nelle prossime ore verranno avviati colloqui e controlli medici (a partire dai tamponi per il Covid) per verificare chi può accedere alle strutture. Resta però aperto il problema di chi non accetta di sottostare alle regole previste in un dormitorio, come non bere alcolici e rispettare gli orari di ingresso: sono senza fissa dimora alle prese a volte con disturbi psichici, per i quali la stazione (compresi i sottopassi) diventa un punto di riferimento perchè viene visto come un luogo di libertà. I rappresentanti di alcune associazioni presenti oggi al “Tavolo delle fragilità” hanno proposto di affidare a una guardia il controllo tra le 2 e le 4 per tenere aperta la stazione di Pavia durante la notte: “al limite potremmo pagarla noi per questo periodo invernale, sino a marzo, autotassandoci”, hanno spiegato. Il sindaco Mario Fabrizio Fracassi (secondo da destra nella foto, ndr) non ha escluso di valutare l’ ipotesi. “Prima però vogliamo capire quanti senzatetto saremo in grado di accogliere nelle nostre strutture – ha spiegato Fracassi -. Non vorremmo, infatti, che la riapertura notturna della stazione, grazie alla presenza di controlli, favorisca l’arrivo a Pavia di senzatetto da altre parti della Lombardia, creando ulteriori problemi. Siamo venuti a conoscenza del provvedimento solo il 31 dicembre. Da quanto ci è stato riferito è una decisione che riguarda tutta la regione, motivata da ragioni di ordine pubblico”.