La campagna di screening “Muoviti ora. Blocca l’artrite sul tempo” con visite reumatologiche gratuite su prenotazione per chi soffre di artrite reumatoide, fa tappa a Pavia. Promossa da Anmar Onlus, Associazione Nazionale Malati Reumatici, “Muoviti ora”, ha lo scopo di favorire la diagnosi ed aiutare i pazienti nella remissione della malattia, per assicurarsi una migliore qualità di vita. Le visite, esclusivamente su prenotazione e fino ad esaurimento dei posti disponibili, si svolgeranno sabato 3 settembre all’unità di Reumatologia della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia (nella foto l’ingresso dell’ospedale, ndr), diretta dal prof. Carlomaurizio Montecucco. Per prenotare la visita contattare il numero 02/82900618 dalle 9 alle 15, dal lunedì al venerdì. L’artrite reumatoide è una malattia cronica che colpisce particolarmente, ma non solo, le articolazioni piccole e grandi del nostro corpo. Può insorgere a qualsiasi età e si ritiene che attualmente in Italia ne siano affette circa 250.000 persone, in prevalenza donne (2 casi su 3). La malattia si esprime con dolore e rigidità articolare, soprattutto al mattino. Se non adeguatamente trattata è in grado in breve tempo di determinare danni irreversibili a carico della cartilagine e dell’osso, con successiva deformità e disabilità. Ci possono essere inoltre problemi extra-articolari che coinvolgono polmoni, cuore, nervi e vasi sanguigni con potenziali gravi conseguenze. “Oggi sono disponibili numerosi farmaci in grado di modificare realmente il decorso della malattia – dichiara il prof. Montecucco -. Tali farmaci, se utilizzati precocemente e con una corretta strategia differenziata a seconda delle diverse caratteristiche di ciascun paziente, consentono di controllare il dolore e prevenire la disabilità così da garantire ai pazienti la loro piena autonomia nella vita sociale e lavorativa. Purtroppo, ancora oggi, l’opportunità fornita da questi farmaci non sempre viene sfruttata adeguatamente e tempestivamente come sarebbe necessario. Tra le ragioni principali di una ritardata diagnosi e di un trattamento tardivo vi è la scarsa conoscenza delle malattie reumatologiche e la mancanza di specialisti reumatologi nell’assistenza sanitaria territoriale”.