Sono accusati di aver rivenduto la droga sequestrata nel corso di numerose indagini, e che le forze dell’ordine portavano ad un inceneritore della provincia di Pavia per farla distruggere. Dieci dipendenti di una società che gestisce un impianto di smaltimento a Parona (Pavia), in Lomellina, sono stati arrestati questa mattina, giovedì 16 dicembre, dai carabinieri di Pavia nell’ambito di un’indagine condotta dalla Procura di Pavia, in particolare dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dal sostituto Andrea Zanoncelli. I dieci arrestati (8 italiani, un marocchino e un albanese), tutti incensurati e residenti in provincia di Pavia (tranne uno che abita nel Milanese) sono ai domiciliari: le accuse nei loro confronti sono spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato in concorso.
Ad insospettire i carabinieri è il fatto che la particolare conformazione dei nastri trasportatori dello stabilimento, che conducono ai due forni di incenerimento, non consentiva alle forze dell’ordine di seguire l’intero tragitto dello stupefacente. Un dettaglio che ha consentito ai dipendenti arrestati, secondo la ricostruzione degli inquirenti, di intercettare i pacchi contenenti la droga durante il loro tragitto suol nastro e poi rivenderla ad un “grossista” legato allo spaccio (a sua volta arrestato). Nel corso dell’operazione i militari hanno sequestrato 2 kg. di hashish, 27 kg. di marijuana e 1 kg. di sostanza da taglio.
L’indagine è scattata in ottobre; gli investigatori non escludono che questa attività illecita sia iniziata già da diverso tempo e che in passato gli arrestati abbiano avuto modo di far uscire dallo stabilimento (punto di riferimento di diversi comandi delle forze dell’ordine dell’area Nord-Ovest) notevoli quantitativi di stupefacente, compresa la cocaina.
(Nella foto la conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Pavia; al centro il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Luciano Calabrò)