Pavia, primo giorno di scuola all’Istituto Canossiane senza Eitan

Il dolore degli altri genitori: "Era contento di essere tornato tra i suoi compagni"

“Nei giorni scorsi avevamo visto Eitan, durante la settimana di inserimento in vista dell’inizio della scuola. Era contento di essere tornato tra i suoi compagni. Oggi è motivo di grande dolore non vederlo con i nostri figli”. A parlare è la mamma di un bambino che questa mattina, lunedì 13 settembre, stava per varcare la porta dell’Istituto Canossiane, in Corso Garibaldi a Pavia (nella foto, ndr), per vivere il suo primo giorno in prima elementare. Un debutto che era atteso con trepidazione anche da Eitan Biran, 6 anni, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, prima che il nonno materno sabato lo portasse in Israele. Una vicenda per la quale la Procura di Pavia ha aperto un’indagine con l’ipotesi di sequestro di persona. “Quanto è successo ha procurato un grande dispiacere in tutti noi”, ha aggiunto un’altra mamma. “Eitan ha già dovuto affrontare una prova terribile, perdendo tutta la sua famiglia nell’incidente della funivia. Ora viene sottratto alla famiglia alla quale era stato affidato dai giudici. Condivido totalmente le parole dette dalla zia, che è anche la sua tutrice”. Un padre, dopo aver salutato il figlioletto che zaino in spalle fa il suo ingresso, si è chiesto come sia stato possibile portare via un bambino così piccolo senza gli adeguati controlli: “Io lavoro all’estero e so che non è semplice per un’altra persona, che non sia un genitore, portare un minore con sè in un altro Paese. Come è possibile che nessuno abbia controllato?”. Le suore Canossiane che gestiscono l’Istituto (che ospita bambini dalla scuola dell’infanzia sino alla secondaria di primo grado) hanno cercato di mantenere la tranquillità: “Oggi non è il caso di parlarne nelle classi – ha spiegato una delle religiose -. per non provocare ulteriori ansie negli alunni che già avevano vissuto con preoccupazione i giorni difficili dell’incidente”. Ieri Madre Paola Canziani, superiora dell’Istuto Canossiane, aveva ricordato che nei giorni scorsi Eitan era tornato a scuola per la settimana di inserimento in vista della prima elementare: “Era contento di essere rientrato tra noi, in mezzo agli altri bambini. Si muove ancora con il suo girello, per i problemi provocatigli dall’incidente. Ma era sorridente”. Madre Paola ha sottolineato anche il legame del bambino con la zia Ayna Biran Nirko, tutrice di Eitan, con la quale viveva nella casa di Travacò Siccomario (Pavia) alle porte di Pavia: “Le è davvero molto attaccato, per lui è un punto di riferimento fondamentale…E’ davvero un grande dolore pensare che sia stato portato via così”.

 

Il sindaco Fracassi: “Eitan ritorni subito a Pavia”

 

“È difficile parlare di Eitan, in questi giorni. Il fatto che sia stato portato via è una notizia sconvolgente, che ha colpito tutta Pavia: perché Eitan è un figlio di questa città ed è come se fosse il bimbo di tutti”. Lo ha dichiarato oggi, lunedì 13 settembre, Mario Fabrizio Fracassi, sindaco di Pavia, tornando sul caso di Eitan Biran, 6 anni, unico superstite della tragedia del Mottarone, che sabato è stato portato in Israele dal nonno materno Smhuel Peleg, indagato dalla Procura di Pavia per sequestro di persona aggravato. “È una situazione molto delicata – sottolinea Fracassi – e c’è un fascicolo aperto in Procura che ipotizza il reato di sequestro, ragione per cui bisogna fare molta attenzione alle parole. Una cosa, però, sento la necessità di dirla: si metta l’interesse del piccolo davanti a ogni altra considerazione, si abbia la giusta sensibilità nei confronti dei suoi sentimenti. Eitan ha subito un lutto terribile, che getterebbe nella disperazione un uomo adulto, figuriamoci un bambino della sua età. Faticosamente stava cercando di tornare a qualcosa che sembrasse la normalità, ricongiungendosi ai suoi compagni, dalle Canossiane, e muovendo i primi passi dopo la tragedia in un contesto che conosce. Sradicarlo da tutto questo può avere un impatto devastante. Invito chi di dovere a rifletterci, con il cuore in mano”. “È più che giusto che Eitan visiti Israele e riscopra le sue radici (lo faceva già, in vacanza, con i suoi genitori) – ha aggiunto il sindaco di Pavia -, ma ora è più che mai necessario che torni a casa. Bisogna far presto, però: prima che si renda conto di quanto è successo e viva, suo malgrado, un’ulteriore lacerazione. Bisogna trovare una soluzione che non abbia i tempi lunghi della giustizia, ma quelli ragionevoli del buonsenso. Bisogna tentare la via della diplomazia reciproca. Mi auguro che le autorità e l’opinione pubblica israeliane facciano proprio questo principio, prendendo rapidamente posizione. Mi auguro che la parte della sua famiglia che vive in Israele lo faccia ancora prima. Noi, dal canto nostro, faremo tutto ciò che serve, tutto ciò che è possibile. Forse siamo ancora in tempo”.