“Ci attende, temo, un autunno molto complicato. Lo sarà per le aziende del nostro territorio, in particolare per quelle di piccole e medie dimensioni che più di tutte hanno sofferto a causa della crisi. Ma ci sarà tensione anche per la riapertura delle scuole, i cui aspetti organizzativi sono ancora da definire. E se ci sarà una ripresa totale, con il ritorno al lavoro di chi oggi è ancora in smart working, si dovranno affrontare anche i problemi del trasporto, tenendo conto del forte tasso di pendolarismo della provincia di Pavia”. Elena Maga (nella foto, ndr), segretario generale della Cisl Pavia-Lodi, inquadra in un’intervista pubblicata in un recente numero de “il Ticino” (che proponiamo anche ai lettori del nostro sito, ndr), con la sua solita concretezza, le difficoltà a cui si andrà incontro a partire da settembre. Uno scenario preoccupante per l’economia pavese, che già faticava prima della pandemia da Covid-19. “Molte aziende, soprattutto quelle di minori dimensioni, non hanno riaperto dopo il lockdown. Mi riferisco in particolare al settore del commercio: a Pavia e nel resto della provincia si vedono ancora molte serrande abbassate. Dubito fortemente che chi è ancora chiuso, possa ripartire a settembre. E anche nei bar e ristoranti che hanno riaperto, lavorano prevalentemente i proprietari: la maggior parte dei dipendenti è a casa, in cassa integrazione. Non so se una parziale ripresa dell’attività consentirà di far tornare al lavoro il personale. E’ inutile nasconderlo, siamo molto preoccupati”. Su un quadro così complesso incombe la revoca del blocco dei licenziamenti, al momento ancora fissata al 17 agosto anche se è stata chiesta una proroga al Governo sino a fine anno. “E’ un problema serio, ma non si può pensare di risolvere tutto solo prolungando di qualche mese il divieto di licenziare – sottolinea il segretario generale della Cisl Pavia-Lodi -. E’ un discorso che si accompagna anche alla cassa integrazione. Dobbiamo convincerci tutti che le risorse a disposizione dello Stato non sono infinite. Se in Italia si continua spendere solo per manovre assistenziali, aumentando il debito, la ripresa economica non ci sarà mai. Le imprese vanno aiutate con una politica di sgravi fiscali e incentivi al lavoro. Oggi viviamo una crisi profonda anche perché non circolano soldi: chi è in cassa integrazione, e magari deve ancora percepire rate arretrate, ci pensa cento volte prima di spendere. Purtroppo dal Governo arrivano solo annunci: è un libro dei sogni che non serve a nessuno, se non forse a tenere le persone tranquille non so per quanto tempo. Invece servirebbe più concretezza”. Un discorso che riguarda anche gli aiuti in arrivo dall’Europa: “Dobbiamo dimostrare di poter investire queste risorse con progetti concreti. Inutile vagheggiare su fantomatiche dighe in Sardegna o altre iniziative irrealizzabili. Guardiamo all’oggi, a cosa si può fare subito per rilanciare il lavoro e aiutare le famiglie”.
Al lavoro nelle fabbriche “in sicurezza”
Con la “fase 2”, scattata lo scorso 4 maggio, si è tornati nelle fabbriche. In provincia di Pavia ci sono le condizioni di sicurezza per i lavoratori? “La risposta è senz’altro affermativa per le imprese più grandi, che hanno le risorse necessarie per garantire al personale le mascherine e altri dispositivi, e nelle quali il distanziamento viene garantito anche grazie a una parziale modifica dei turni. Il discorso è più complesso nelle piccole aziende e negli esercizi commerciali: poi si pone anche la questione di negozi che vengono spesso controllati, ed altri che invece sono ignorati pur non rispettando le regole. In linea generale comunque sul nostro territorio non si segnalano palesi superamenti del protocollo sulla sicurezza. Come sindacato, comunque, continueremo a tenere alta la guardia”. In queste settimane sono in corso alcune vertenze di lavoro: “E’ vicina una soluzione positiva per il caso della cooperativa di pulizie che opera all’interno del San Matteo. Sul tema delle vertenze però avvertiamo la mancanza di un confronto settimanale con la Prefettura, come si verificava prima, per monitorare la situazione delle questioni aperte in provincia”. E’ in corso un confronto spesso acceso, tra istituzioni e sindacati, sull’opportunità di continuare l’esperienza dello smart working o sulla necessità (manifestata anche da alcuni sindaci, compreso quello di Pavia) di far rientrare al più presto i dipendenti in ufficio: “Non è possibile esprimere un giudizio univoco: dipende molto da che tipo di lavoro viene svolto. Alcune aziende possono permettersi di far lavorare a casa il personale, altre invece no. Comunque trovo poco opportuno che uffici pubblici di vitale importanza come Inps, Agenzia delle Entrate e Ufficio scolastico provinciale non siano ancora aperti al pubblico. C’è un lavoro di sportello che non può essere cancellato e lo smart working non può diventare un alibi per far venir meno un servizio pubblico, anche perché capita che in certi uffici non si risponda al telefono e neppure alle mail”. Infine una riflessione sulla scuola, tema che sta particolarmente a cuore ad Elena Maga: “Il 9 luglio si è svolta una conferenza di servizio dell’Ufficio scolastico territoriale: una riunione un po’ tardiva, visto che fra soli due mesi riapriranno le scuole. Tra l’altro mi risulta che in quel contesto non siano state fornite proposte di soluzioni, ma ci sia limitati a raccogliere preoccupazioni e lamentele. Per fortuna negli istituti, grazie alla preziosa opera di docenti volonterosi, si sta cercando di programmare un rientro difficile. Quel che è certo, è che dobbiamo tutti essere fortemente convinti di iniziare il nuovo anno scolastico con la presenza nelle classi di insegnanti e studenti. Bisogna mettere da parte le criticità e far valere le opportunità”.