Al Collegio Ghislieri di Pavia il ciclo “Domus” su città, case e comunità

di Alessandro Repossi

Il prossimo appuntamento, giovedì 11 dicembre alle 18 in Aula Goldoniana, vedrà protagonista Walter Mariotti

Che cosa significa vivere davvero uno spazio? Come cambiano le nostre case, le città, i paesaggi in cui ci muoviamo? Quali equilibri si giocano tra libertà individuali, ambiente e bisogni collettivi? Sono domande decisive per il nostro tempo e costituiscono il cuore di “Domus”. Creare lo spazioabitato, il percorso culturale in corso al Collegio Ghislieri di Pavia, ideato e curato da Gianpaolo Angelini, Serena Feloj e Aurora Raimondi Cominesi. La rassegna affronta l’abitare come pratica concreta e simbolica: un gesto quotidiano che si riflette sulla qualità della vita, sulla relazione tra uomo e pianeta, sulle forme di appartenenza e di identità. Temi complessi, affidati a studiosi e protagonisti del mondo dell’architettura e della filosofia contemporanea. Il prossimo appuntamento, giovedì 11 dicembre alle 18 in Aula Goldoniana, vedrà protagonista Walter Mariotti (nella foto), direttore editoriale di “Domus”. Nel suo intervento indagherà il rapporto tra progettazione degli spazi, diritti e cittadinanza, mostrando come le trasformazioni urbanistiche ed ecosistemiche incidano sulla libertà delle persone. La città, in quest’ottica, non è solo un luogo da disegnare: è un patto sociale da rinnovare, una risorsa da preservare in un mondo segnato da crisi ambientali e flussi turistici fuori controllo. A seguire, lunedì 15 dicembre alle 18, sempre in Aula Goldoniana, sarà ospite Elisabetta Di Stefano, docente di Estetica all’Università di Palermo. La studiosa porterà l’attenzione sulle emozioni dello spazio domestico: rifugio e allo stesso tempo luogo di inquietudini, la casa può rivelarsi accogliente o straniante, amica o estranea. Una tensione antica e attualissima, che intreccia psicologia, percezione sensibile e immaginari culturali. “Pensare all’abitare significa pensare a come costruiamo legami e condizioni di vita migliori per tutti”, osservano i curatori. E proprio questo è il filo che unisce gli incontri: un invito a guardare la realtà che ci circonda con occhi vigili, consapevoli che lo spazio non è mai neutro ma riflette desideri, poteri, vulnerabilità. Tra città che cambiano, case che parlano e comunità da ripensare, il ciclo “Domus” offre al pubblico uno sguardo critico sul modo in cui abitiamo il mondo, e sul mondo che vogliamo abitare.

Laura Rossi