Al Castello di Pavia il convegno promosso da Aspen Institute Italia

Tremonti: "Serve il ricorso al debito comune per sostenere la Difesa dei Paesi della UE"

“Nel 2003, in occasione del semestre di presidenza italiana della UE, lanciammo la proposta di emissione di Eurobond per sostenere le infrastrutture e l’industria militare: c’era un consenso diffuso e anche trasversale, a livello politico, ma l’idea non passò per il parere contrario della Germania. Vent’anni dopo stiamo ancora parlando di debito comune europeo: una scelta adottata per far fronte all’emergenza Covid, e che ora si dovrebbe ripetere anche per la Difesa dell’Unione Europeo”. Lo ha affermato oggi, sabato 19 ottobre, Giulio Tremonti, presidente di Aspen Institute Italia e della Commissione affari esteri e comunitari alla Camera, in occasione del convegno dal titolo “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)” svoltosi al Castello di Pavia e promosso da Aspen.
“La grande crisi del 2008 non è stata solo economico-finanziaria ma anche politica, e ha rotto l’utopia della globalizzazione sulla quale si reggeva l’idea di un mondo in pace dominato dal mercato – ha sottolineato Tremonti (nella foto il suo intervento)-. Da allora in poi tutto è cambiato, dall’Europa alla Russia, sino ad arrivare alla Cina. Si è frantumato lo schema che aveva portato la Russia ad entrare nel G8. Oggi il Cremlino sviluppa un’ideologia in base alla quale il futuro della Russia deriva dal suo passato: dalla sua anima, dalle tradizioni, dalla religione e anche dagli antichi confini sui quali si trova l’Ucraina. E’ un’ideologia simile a quella sviluppatasi in Cina”.
Tremonti ha concluso il suo intervento ricordando che “le guerre possono anche portare straordinari sviluppi. Nella Seconda guerra mondiale si era entrati con i cavalli e le divise dell’Ottocento, e si era usciti con i razzi, le mimetiche e i computer. E’ possibile quindi che dagli avvenimenti che stiamo vivendo oggi derivi una crescita non solo per la difesa dei nostri interessi, ma anche per quelli di tutta l’umanità”.