La visita alla Casa del Giovane di Pavia di Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio

"Ogni droga fa male: è un dato scientifico. Vanno modificati i messaggi, spesso fuorvianti"

“Ogni droga fa male: è un dato scientifico. Vanno modificati i messaggi, spesso fuorvianti, se vogliamo che i nostri giovani non diventino vittime di forme di dipendenza”. Lo ha dichiarato oggi, giovedì 17 ottobre, Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, visitando a Pavia la Casa del Giovane, la comunità fondata da don Enzo Boschetti (sacerdote morto nel 1993 e dichiarato “Venerabile”) tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta per accogliere ragazzi in difficoltà. “Il Governo è particolarmente impegnato su questo fronte – ha spiegato Mantovano -. Il Dipartimento antidroga diventerà dipartimento per le dipendenze, perchè oggi il tema è più complesso rispetto al passato e va affrontato a 360 gradi. Il problema è anche culturale. Oggi scontiamo un decennio in cui il campo istituzionale ha colpevolmente abbandonato un settore così cruciale, Così capita di assistere, in prima serata su una rete televisiva nazionale, ad una serie dove il protagonista è un poliziotto che per rilassarsi si fuma uno spinello nel suo ufficio. E’ un messaggio devastante, così come lo è anche la presenza dei cannabis shop che vanno chiusi. Non è questione di droghe leggere o pesanti: tutte fanno male. E negli ultimi tempi ci sta molto preoccupando anche la diffusione delle droghe sintetiche”.

Il sottosegretario ha ricordato l’istituzione, da parte del Governo, di un tavolo permanente per affrontare il problema delle dipendenze. “E’ indispensabile – ha aggiunto Mantovano – ridurre i tempi di inserimento nelle strutture di recupero. I giovani che vengono accolti in luoghi come la Casa del Giovane devono essere aiutati a riappropriarsi della loro libertà, che significa esercitare le proprie responsabilità senza farsi condizionare da nessuno”.

Mantovano, accompagnato dal deputato pavese Alessandro Cattaneo che ha ricordato che “la Casa del Giovane è un luogo della città, che svolge un lavoro straordinario”, ha visitato i laboratori della comunità pavese, dalla falegnameria alla carpenteria, sino alla cucina e alla palestra di arrampicata. Nelle strutture della Casa del Giovane di Pavia sono presenti 167 posti autorizzati, con una presenza media quotidiana di circa 136 persone accolte.

(Nella foto, da sinistra, Simone Feder, don Antonio Mazzi, il sottosegretario Alfredo Mantovano, il prefetto Francesca De Carlini e il deputato pavese Alessandro Cattaneo)