“Quella che si sta vivendo in Iran non è una protesta come le altre: è una rivoluzione contro il regime e per la libertà”. Lo hanno spiegato nel pomeriggio di sabato 8 ottobre in Piazza Vittoria, nel cuore di Pavia, gli esponenti della comunità iraniana pavese organizzatori della manifestazione “in sostegno alle rivolte in Iran e in particolare alle donne iraniane che lottano contro il regime dei Mullah”.
Circa 200 persone, tra cui alcuni politici e amministratori locali, si sono uniti agli iraniani di Pavia al grido di “Donna, Vita, Libertà!”, lo slogan che sta accompagnando la protesta dentro e fuori dall’Iran. “Siamo arrivati al 23esimo giorno della rivolta contro il regime di Teheran – è stato sottolineato durante il presidio di Pavia -. In prima fila ci sono naturalmente le donne più giovani, di età compresa tra i 16 e i 28 anni: ma partecipano anche tanti uomini e persone più avanti con gli anni. La protesta per chiedere il rovesciamento dell’attuale regime iraniano è estesa in 172 città e in tutte e 131 le regioni del Paese. Sino ad oggi sono stati circa 400 i dimostranti uccisi, oltre 20mila quelli arrestati e più di 10mila i feriti. Sono pochi gli ospedali che accettano di curare i feriti, perchè chi li accoglie ha l’ordine di consegnarli al regime. Nel nostro Paese si vive un clima di terrore, che il regime cerca di trasmettere anche agli iraniani che vivono all’estero per impedire loro di scendere in piazza per la libertà”.
I manifestanti hanno chiesto al Comune di Pavia di promuovere una raccolta di firme, con l’adesione dei sindaci di tutta la provincia, da consegnare al Ministero degli Esteri italiano per sollecitare “la fine della repressione dei manifestanti in Iran”.