L’Università di Pavia festeggia oggi, martedì 13 aprile, il suo 660esimo compleanno. Era infatti il 13 aprile 1361 quando Carlo IV, imperatore e re di Boemia, su richiesta del governo cittadino, concedeva “in perpetuo la grazia che nella città di Pavia fosse istituito uno Studium generale, di diritto civile e canonico, nonché di filosofia, di medicina e di arti liberali”. Per celebrare questo importante anniversario, si è svolto questa mattina l’incontro dal titolo “Il futuro ha radici sempre più profonde”. Un evento che è stato possibile seguire in modalità online, a causa delle restrizioni dovute alle norme anti-Covid.
Dopo il saluto iniziale del rettore Francesco Svelto e la prolusione del prof. Dario Mantovani, che ha tratteggiato il contesto storico nel quale nacque e si sviluppò l’ Ateneo pavese, è seguita la lettura di passi dell’atto fondativo dell’Università da parte di alcuni suoi illustri laureati, tra cui il prof. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, intervenuto in diretta da Roma. Oltre che dal prof. Locatelli, lo storico documento è stato letto anche da Antonio Padoa-Schioppa, docente emerito di Storia del Diritto medievale e moderno, Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, e Luigi Riganti, giudice al Tribunale di Pavia.
Il rettore Svelto ha collegato la lunga e gloriosa storia dell’Università di Pavia con le prospettive future dell’Ateneo, annunciando anche che “entro la seconda metà del 2023 sarà pronto il Campus della Salute, realizzato nelle cliniche dismesse del San Matteo di Pavia, che ospiterà aule, biblioteche, uffici e anche aree per lo studio di interventi chirurgici simulati”. Il rettore ha inoltre auspicato che si consolidi sempre più la “caratteristica di Pavia città universitaria e dei collegi, un sistema che la rende speciale nel panorama accademico italiano”.
A fare gli auguri all’Università di Pavia è intervenuto anche Virginio Rognoni, docente dell’Ateneo e più volte ministro: “Lo studio della medicina e quello del diritto sono i pilastri su cui 660 anni fa veniva fondata la nostra Università – ha ricordato Rognoni -: la salute delle persone e quella delle loro comunità trovavano protezione nella nuova istituzione. E’ singolare sottolinearlo oggi, di fronte ad una pandemia che è contrastata dalla medicina, dalla ricerca scientifica e anche dal diritto attraverso le decisioni adottate dalle istituzioni. Scienza medica e diritto, giusto le discipline su cui è nata e ha mosso i primi passi la nostra Università quasi 7 secoli fa”.
Il saluto conclusivo è stato affidato al giornalista Carlo Rossella, presidente dell’Associazione Laureati dell’Università di Pavia. “Ringrazio l’Ateneo pavese – ha sottolineato Rossella – anche per aver accolto nel suo Archivio le opere di Giampaolo Pansa, giornalista e scrittore che, soprattutto da responsabile della redazione lombarda del quotidiano ‘Il Giorno’, venne spesso a Pavia per realizzare importanti servizi. E il mio pensiero in questo storico anniversario va agli universitari pavesi che nel novembre del 1966 corsero a Firenze per salvare, insieme ad altri giovani provenienti da tutta Italia, libri e preziosi documenti che rischiavano di essere cancellati dall’alluvione”.
Nella foto, da sinistra, la prof.ssa Renata Crotti (tra gli organizzatori dell’evento di oggi in Università), il giudice Luigi Riganti e il rettore Francesco Svelto