L’80 per cento dei magistrati di Pavia si è astenuto oggi, giovedì 27 febbraio, dalle proprie funzioni, aderendo allo sciopero indetto dall’Anm contro la riforma della giustizia voluta dal Governo che prevede, anche, la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente. Il tema è stato trattato in un’affollata assemblea aperta svoltasi in Tribunale.
“La riforma è pericolosa – ha sottolineato Chiara Giuiusa, presidente della sottosezione di Pavia dell’Anm -. Non sono in gioco, come qualcuno cerca di far credere, i nostri privilegi e neppure il nostro contratto, ma il modo stesso di amministrare la giustizia in Italia. Facciamo sciopero perchè vogliamo difendere l’indipendenza del potere giudiziario e i principi sanciti dalla Costituzione. Il ministro ha detto che con la separazione delle carriere, il pubblico ministero svolgerà le funzioni di un ‘superpoliziotto’; la verità è che si avvicinerà sempre più al potere esecutivo. Non vogliamo che si arrivi al punto di selezionare quali processi fare o non fare in base alle indicazioni dell’esecutivo”.
Guglielmo Leo (nella foto il suo intervento), presidente del Tribunale di Pavia, ha evidenziato le carenze del sistema giudiziario pavese: “A Pavia dovremmo essere 33 giudici, ma ne mancano 7; inoltre sono presenti solo 10 giudici onorari, che presto scenderanno a 9, rispetto ai 20 previsti in organico. Negli uffici del giudice di pace si registrano ‘scoperture’ fino al 66 per cento. Su 133 dipendenti previsti, ne abbiamo a disposizione solo 71. Da 11 anni è scoperto il ruolo di dirigente amministrativo, che deve occuparsi di logistica e personale. Questi sono i problemi della giustizia, dei quali la riforma non si occupa”. Per Sergio Seminara, professore di Diritto Penale dell’Università di Pavia, “la vera urgenza è quella delle carceri: oggi i detenuti in Italia sono 61.916, a fronte di 47mila posti disponibili”. Andrea Zatti, docente universitario di Finanza Pubblica Europea, ha messo in guardia contro “i costi di transazione di una riforma che non porta vantaggi evidenti, è innervata dal sentimento della sfiducia e non affronta problemi reali come quello della durata dei procedimenti giudiziari”.
Eleonora Grossi, presidente della Camera Penale di Pavia, ha difeso invece la riforma: “non è vero che è contro la Costituzione. Inoltre punta ad affermare la terzietà dei giudici, che oggi non è garantita”. (A.Re.)
SUL PROFILO INSTAGRAM DE “IL TICINO” POTETE VEDERE UN PASSAGGIO DELL’INTERVENTO DI CHIARA GIUIUSA (ANM)