“Socrate, Agata e il futuro”, Severgnini racconta “L’arte di invecchiare con filosofia”

Lunedì 17 febbraio a Pavia, alle 21 nell’Aula Magna del Ghislieri, presenterà il suo ultimo libro

Di Alessandro Repossi

 

 “La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi (ashrama): il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. L’impressione è che molti, oggi, siano prigionieri del secondo stadio. Vogliono fare, accumulare, affermarsi. Inseguono cariche e conferme. Si rifugiano nel caos edonistico, pensando di esserne protetti. Vittime di una sorta di incontinenza psicologica, non sanno rallentare, ascoltare, insegnare, cambiare, staccare”. Il brano è tratto dalle prime righe del decimo capitolo dell’ultimo libro di Beppe Severgnini (nella foto di Daniela Zedda): “Socrate, Agata e il futuro. L’arte di invecchiare con filosofia”, edito da Rizzoli. In poche settimane è già diventato un bestseller, scalando le classifiche dei volumi più venduti. Lunedì 17 febbraio verrà presentato alle 21 nell’Aula Magna del Collegio Ghislieri di Pavia: Severgnini ne dialogherà con il prof. Gianni Francioni, dell’Università di Pavia, che cura il ciclo   di conversazioni “Per orientarsi nel pensiero. Libri da leggere”.

In questa sua ultima fatica letteraria Severgnini (editorialista del “Corriere della Sera”, dove ha creato “Italians” e diretto il settimanale “7”), offre utili consigli a chi si affaccia a un’età della vita in cui è “meglio ragionare sui cambiamenti, prendere il buono, respingere il cattivo, accettare l’inevitabile”. Perché “il cattivo invecchiamento è, prima di tutto, un cattivo spettacolo”. Un atteggiamento che, tra l’altro, “produce quello che un’amica quarantacinquenne chiama ‘effetto cascata’: ‘Se mio padre ottantenne pretende di decidere tutto, io resto una ragazza per tutta la vita. Ciò che lui sogna, peraltro’ “.

Beppe Severgnini, leggendo il suo libro si colgono suggerimenti preziosi ad ogni età, non solo per chi sta invecchiando…

“E’ un’osservazione che mi hanno fatto anche altri. Penso sia vero. Però a un giovane gli errori si perdonano più facilmente. Tra coetanei i consigli sono più utili. Mi rivolgo soprattutto agli uomini della mia generazione, ma vedo che lo leggono anche le loro mogli e i figli”.

Il tema è di grande attualità: a confermarlo sono i dati di vendita, in continua crescita…

“Non me l’aspettavo, ne sono felice”.

Agata è la sua nipotina, che le ha ispirato il libro insegnandole il disordine quotidiano e mettendo i palloncini sul busto di Socrate che lei ha in casa…

“Diciamo che avere una nipotina così ‘ti sveglia fuori’ – ride Severgnini -. E’ anche grazie a lei che oggi io mi sento ‘orgogliosamente anziano’ “.

Tra i consigli che dispensa nelle pagine del libro, c’è anche quello di affidarsi all’ironia…

“L’ironia è l’antiruggine dell’anima, e anche la sorella laica della misericordia: una mia definizione, quest’ultima, che mi piacerebbe molto potesse far sua Papa Francesco”.

Non mancano suggerimenti alla nostra categoria di giornalisti, come la capacità di saper comunicare anche le “buone notizie”…

“Tanti oggi hanno un’istintiva reazione di chiusura di fronte alle sole ‘cattive notizie’ diffuse dai media: non leggo più, non guardo la televisione, non vado a votare…Se ci sono ‘buone notizie’, è giusto che le persone le conoscano”.

Quanto ai ragazzi di oggi, forse sarà bene che ci mettiamo ad ascoltarli…

“E’ necessario. Il libro nasce anche da una relazione con i giovani che ho sviluppato negli anni e anche  nei recenti corsi tenuti a Pavia con l’Università, parlando con loro anche di ironia e gestione dell’insuccesso”.

Pavia è presente in diverse pagine di “Socrate, Agata e il futuro”. Tra i tanti riferimenti alla nostra città, mi ha commosso l’incontro che lei racconta con due studentesse russe, a una sua lezione, che le hanno manifestato il senso di solitudine e separazione che stanno vivendo dopo il 24 febbraio 2022…

“Sulla guerra ho espresso sin dall’inizio il mio pensiero: c’è un aggressore, la Russia, e un aggredito, l’Ucraina. Ma io ce l’ho con Putin, non con il popolo russo, e men che meno con la cultura e la tradizione di una terra che ho frequentato e amo. Quelle due ragazze mi hanno colpito e fatto tenerezza”.