Nella liturgia di domenica 11 febbraio la Scrittura ci ricorda le meraviglie di Dio nella nostra vita. I “mirabilia Dei” sono una presa di coscienza di chi riconosce Gesù come kyrios, e come maestro della vita. (…) Gesù ama la consapevolezza di chi ammette di aver sbagliato e si affida a lui. Il pentimento è necessario per il perdono dei peccati ma non basta per essere risanati dal male. Continuiamo infatti a peccare e a chiuderci nel vortice di sbagli e omissioni senza un coinvolgimento del cuore. La lebbra che dobbiamo temere non consiste in piaghe fisiche o in inguardabili croste stampate sul corpo, ma nella mancanza di verità su noi stessi. La peggiore lebbra è la difficoltà di dire: ho sbagliato, mi sono comportato male, ti chiedo scusa. Non serve pentirsi nel timore di aver a che fare con un Padre castigatore, quando il cuore è lontano da Lui … solo sentendoci veramente perdonati riusciremo ad amarlo e nell’amore saremo capaci di riconoscere le nostre debolezze. L’amore ottiene la vera misericordia: “le sono perdonati i peccati perché ha molto amato”. L’amore e la vicinanza della nostra anima a Cristo ottiene una vera purificazione. Possiamo capire che Gesù non è un distributore autorizzato di grazie e di guarigioni. Chissà quanti lebbrosi non sono stati guariti, ma risanati sono solo coloro che si lasciano amare e perdonare e seppur nel dolore non esitano a iniziare un cammino con Lui. “Voglio essere purificato”, non è solo il grido disperato di chi non ce la fa più a soffrire e a sentirsi alienato dal mondo, ma il grido profondo d chi anela sentirsi amato. (…) Essere imitatori di Cristo ci porta alla vera testimonianza di fede che abbatte divisioni, muri e precomprensioni e ci apre all’incontro con i nostri fratelli. Chi la pensa come Cristo si apre alla misericordia e alla compassione. Gesù mosso dalla compassione tocca il lebbroso e lo purifica. Che bello sentirsi toccati dal dito della Sua grazia, sperimentiamo lo stesso sentimento del malato che in un letto di ospedale tenta di stringere la mano di qualcuno per sentirsi sollevato. Nella Giornata Mondiale del Malato sentiamoci solidali con tutte le sofferenze umane e spirituali e accompagniamole con solidarietà e compassione. Nella purificazione del lebbroso siamo tutti coinvolti e tutti attendiamo che Gesù ci guardi, ci ascolti, ci tocchi e ci risani. Il mondo ha bisogno di gioia, la gioia piena che non verrà mai tolta. (…)
Andrea Fulco (Agensir)