Debutta al Teatro Fraschini di Pavia la stagione d’opera con il “Don Giovanni” di Mozart, nella versione diretta da Riccardo Bisatti per la regia di Mario Martone ripresa da Raffaele Di Florio. Le rappresentazioni sono in programma venerdì 7 ottobre, alle 20.30, e domenica 9 ottobre, alle 15.30. In scena: il baritono Guido Dazzini nella parte di Don Giovanni; Didier Pieri (Don Ottavio); Elisa Verzier nella parte di Donna Anna; Marianna Mappa nelle vesti di Donna Elvira; Adolfo Corrado (Leporello). Nel cast anche Pietro Toscano (Commendatore), Francesco Samuele Venuti (Masetto) e Gesua Gallifoco (Zerlina). L’opera è una coproduzione dei Teatri Operalombardia: Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Grande di Brescia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Sociale di Como, Fondazione Teatro Regio di Parma, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia; l’ allestimento è del Teatro di San Carlo di Napoli. L’opera, creata dopo il successo delle “Nozze di Figaro”, e parte della trilogia che comprende “Così fan tutte”, ottenne subito il favore del pubblico, rivelando alte qualità drammaturgiche e musicali. La prima rappresentazione avvenne a Praga il 29 ottobre 1787: il “Don Giovanni” fu accolto con il più vivo entusiasmo al punto che l’opera rimase in cartellone per molte settimane. La trama, suggerita da Lorenzo Da Ponte, era stata attinta da un libretto di Giovanni Bertati, “Il convitato di pietra” (rappresentato a Venezia nel 1787); ma la figura del protagonista è recuperata dal dramma di Tirso de Molina El burlador de Sevilla (1630). Il regista Mario Martone, dopo gli esordi nel teatro d’avanguardia, da oltre vent’anni si dedica alla regia d’opera collaborando con i più prestigiosi teatri italiani e internazionali come il Teatro alla Scala di Milano, l’Opera Bastille di Parigi, Staatsoper Unter den Linden di Berlino, il San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, il Regio di Torino, il Maggio Musicale di Firenze. Tra gli altri, ha ricevuto il premio Abbiati per l’Opera lirica. L’allestimento del “Don Giovanni” si protende verso la platea attraverso dei bracci che avvolgono l’orchestra ed è costituito da un solo elemento scenografico, una tribuna. Il congegno narrativo di quest’opera è un labirinto, più simile a una sceneggiatura che a un impianto teatrale.