Rosatellum: maggioritario o proporzionale?
Con il sistema maggioritario, che premia la formazione di coalizioni, chi ottiene un voto in più degli altri ottiene la maggioranza dei seggi in Parlamento. In ogni singolo collegio elettorale, coalizioni e liste corrono una contro l’altra, ognuna con un solo candidato (collegi uninominali) e chi arriva al primo posto si aggiudica il seggio. Per questo le coalizioni sono importanti, riuscendo a far convergere nei singoli collegi più voti. Con il sistema proporzionale, invece, un partito ottiene una percentuale di seggi in Parlamento sulla base dei voti presi alle elezioni. Per esempio una lista che ottiene il 20% dei voti avrà conquistato il 20% dei seggi. Quindi in questo caso le coalizioni sono meno importanti. Tanto per rendere le cose più facili e comprensibili a elettori ed elettrici, il Rosatellum è un sistema misto sia maggioritario che proporzionale. Il 37% dei deputati e dei senatori è eletto con il sistema maggioritario nei collegi uninominali, il 61% è eletto con un sistema proporzionale nei collegi plurinominali e il 2% con il voto all’estero. In totale 147 seggi alla Camera e 74 al Senato verranno assegnati con il maggioritario, mentre i restanti 245 e 122 con il proporzionale. Infine, altri 8 rappresentanti alla Camera e 4 al Senato verranno eletti con il voto degli italiani e delle italiane all’estero mediante il sistema proporzionale con voto di preferenza su base circoscrizionale.
Collegi uninominali e proporzionali
Il territorio italiano è diviso in 28 circoscrizioni elettorali: 14 coincidono con una regione, mentre le restanti a una o più province delle 6 regioni più popolose. A ogni regione, a seconda del numero di abitanti, sono assegnati un numero variabile di collegi plurinominali e per ogni collegio plurinominale sono indicati uno o più collegi uninominali. Per esempio la circoscrizione Toscana, per la Camera, ha tre collegi plurinominali. Il primo (Toscana 01) comprende tre collegi uninominali: Massa, Lucca e Prato. Al collegio plurinominale ogni partito candida in ordine di preferenza al massimo quattro nomi. Al collegio uninominale i partiti della stessa coalizione si mettono d’accordo per indicare un solo nome. Gli elettori e le elettrici di Massa avranno dunque sulla scheda gli stessi nomi di Lucca e di Prato per il plurinominale, ma nomi diversi per l’uninominale.
Liste bloccate
Per i seggi distribuiti tramite il sistema proporzionale partiti o coalizioni non presentano un solo candidato (come nei collegi uninominali del maggioritario), ma una serie di candidati elencati in una lista bloccata. Questo termine sta a indicare che elettori ed elettrici non possono esprimere preferenze, cioè non possono decidere il nome del candidato o della candidata che preferiscono. Il giorno delle elezioni si potranno quindi votare solo le persone già scelte dalle segreterie dei partiti e inserite nelle liste bloccate. Questo sistema serve per assicurare un seggio a una figura politica, in un collegio dove il partito è certo di vincere, inserendo il suo nome in quel collegio anche se il rappresentante o la rappresentante non hanno nulla a che fare con quel territorio. In questo modo i partiti si assicurano l’elezione di personaggi di rilievo, ma incentivano la distanza tra rappresentanti ed elettorato. Infatti i parlamentari non hanno più bisogno di essere connessi con il collegio di appartenenza e convincere decine di migliaia di persone a scrivere il proprio nome e cognome, per venire eletti.
Come si vota?
Il giorno delle elezioni, per la prima volta nella storia dell’Italia, tutte le persone con più di 18 anni di età si troveranno davanti una scheda elettorale per la Camera e una per il Senato. A questo punto si potrà votare tracciando una croce o sul nome del candidato o della candidata all’uninominale o sul nome del partito scelto.
Se si barra il nome del candidato all’uninominale, sarà distribuito in modo proporzionale a tutte le liste che lo sostengono. Mentre se il partito è uno solo, prenderà tutti i voti dati al rappresentante selezionato per l’uninominale. Chiaramente non è possibile il voto disgiunto, quindi non si potrà indicare un nome all’uninominale e poi scegliere una lista che è in un’altra coalizione. Se invece si sceglie di barrare il simbolo del partito, con a fianco la lista bloccata dei candidati, i voti saranno distribuiti in maniera proporzionale in base al risultato raggiunto dal partito a livello nazionale, per la Camera, e regionale, per il Senato. Più voti prende un partito, più parlamentari ha possibilità di eleggere. In questo modo, se nei collegi uninominali viene eletto automaticamente chi prende un voto in più degli altri, nei plurinominali l’elezione dipende dal risultato del partito di riferimento e dalla posizione in lista. Come è facile immaginare, chi è primo ha più possibilità di essere eletto. Pertanto si capisce come le coalizioni siano fondamentali per ottenere la maggior parte dei collegi uninominali (che valgono 147 seggi alla Camera e 74 al Senato) perché la candidata o il candidato ha più possibilità di vincere in quanto sostenuto da più partiti.
Pluricandidature
La stessa persona può presentarsi in un collegio uninominale e in più collegi plurinominali, fino a un massimo di cinque, per la parte proporzionale. Se vince all’uninominale viene eletto in quel collegio, mentre se vince in più collegi plurinominali viene eletto dove la sua lista ha preso la percentuale minore di voti.
Candidature in base al sesso
Non si possono presentare liste bloccate in cui le persone dello stesso sesso siano più del 60% dei candidati. Quindi in un collegio plurinominale con due seggi da assegnare i candidati devono essere un uomo e una donna, con quattro seggi fino a tre uomini e una donna o fino a tre donne e un uomo.
Soglia di sbarramento
La soglia di sbarramento (cioè la percentuale di preferenza minima per entrare in Parlamento) è fissata al 3% per i partiti o le liste su base nazionale e al 10% per le coalizioni. Nelle coalizioni i voti dei partiti che hanno preso tra l’1% e il 3% riversano i loro voti in maniera proporzionale alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato il 3%. Mentre i voti di chi è restato sotto l’1% vanno persi.
Tabelloni per la propaganda elettorale, ecco dove saranno a Pavia
La giunta comunale di Pavia, in vista delle prossime elezioni politiche, ha deciso di collocare i tabelloni riservati alla propaganda elettorale nei seguenti luoghi, fatto salvo che potrebbero essere utilizzati, per ragioni tecniche, anche spazi prospicienti:
- Piazza del Municipio
- Via Dei Mille/Via Gravellone
- Viale Cremona (parcheggio)
- Via San Giovannino/Piazzale Cimitero
- Via Battaglia di Pavia
- Via Zanella/Piazzale Salvo D’Acquisto
- Via Fratelli Cervi
- Via Firenze
- Via Fossarmato
- Via Tavazzani
(Foto AGENSIR)