Un’iniziativa concreta per aiutare persone e famiglie che si trovano in una condizione di indigenza a causa della crisi provocata dalla pandemia. E’ stato costituto con questo obiettivo il “Fondo Povertà”, promosso da Fondazione Cariplo e della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia. Il progetto, all’insegna della solidarietà, è stato presentato oggi, sabato 6 novembre, al Collegio Borromeo di Pavia nel corso del convegno “Costruttori di Comunità” (nella foto il pubblico presente, ndr).
Il “Fondo Povertà” per la provincia di Pavia dispone già di 200mila euro: 100mila messi a disposizione da Fondazione Cariplo (nell’ambito del programma “Contrasto alle nuove povertà”), 60mila dalle Caritas delle Diocesi di Pavia, Vigevano (Pavia) e Tortona (Alessandria), e 40mila dalla Fondazione Comunitaria. Il Fondo potrà essere incrementato con donazioni che arriveranno dal territorio.
La gestione e assegnazione delle risorse del “Fondo Povertà” verrà decisa da un comitato di gestione, del quale fanno parte il presidente Giancarlo Albini e la direttrice Anna Tripepi della Fondazione Comunitaria, un rappresentante dei piani di zona della provincia di Pavia, Ats Pavia, il Centro Servizi Volontariato Lombardia Sud, l’Osservatorio per l’inclusione sociale. Oggi, nella sola città di Pavia, sono circa 4mila le persone che hanno bisogno di un sostegno continuo. In tutto il territorio provinciale è aumentata, in seguito all’emergenza sanitaria, la fascia della “povertà assoluta”, costituita da chi non è in grado di soddisfare i bisogni essenziali, come il cibo e la casa.
“Sono 5 milioni e mezzo le persone che in Italia si trovano in condizione di ‘povertà assoluta’ e circa 3 milioni quelle non autosufficienti che temono di non avere le capacità per reggere a una situazione di improvvisa difficoltà – ha ricordato Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo -. Con una comunità così frammentata è difficile pensare a un futuro migliore, Il ‘Fondo Povertà’ rappresenta un’opportunità concreta di aiutare chi vive una condizione di disagio: più le soluzioni si costruiscono sul territorio, vicino a dove si manifestano i problemi, meglio è. L’importante è lavorare in una dinamica comunitaria”.