Attualità
“Il Vangelo dalla finestra” di domenica 21 dicembre
Il commento di don Michele Mosa. “Giuseppe, figlio di Davide, non temere”
Di Don Michele Mosa
Dalla finestra osservo i dubbi di Giuseppe come si osserva una casa di sera, quando dentro è accesa una luce ma non si distinguono bene i volti. Non accade nulla di clamoroso. Nessun gesto teatrale, nessuna parola gridata. Eppure, tutto è in movimento. Giuseppe cammina avanti e indietro, misura lo spazio, pesa le possibilità. Il mondo che conosceva fino a ieri non combacia più con ciò che ha davanti.
È un uomo abituato al legno, alle misure giuste, agli incastri che reggono. Sa che una trave, se non è ben posata, fa crollare il tetto. Ora però la vita gli chiede un lavoro diverso: reggere qualcosa che non capisce. Maria, la promessa, il futuro immaginato. Tutto è lì, ma in una forma imprevista. Giuseppe non dubita per capriccio. Dubita perché prende sul serio la realtà. Perché sa che le scelte hanno conseguenze, che le decisioni costruiscono o distruggono.
Dalla finestra vedo che il suo dubbio non lo rende immobile. Lo rende prudente. Giuseppe non scappa subito, non si aggrappa alla legge per proteggersi, non trasforma la paura in condanna. Decide di stare. Di restare ancora un po’ in quella notte interiore dove nulla è chiaro, ma tutto è fragile. È un dubbio che non chiude, ma apre spazio. Che non alza muri, ma cerca una soglia.
Poi arriva il sonno. Non come fuga, ma come abbandono. Nel sogno non riceve spiegazioni dettagliate, solo una direzione. “Non temere.” È poco, eppure basta. Giuseppe si sveglia diverso, non perché ora sappia tutto, ma perché ha scelto di fidarsi. Il dubbio non è scomparso, è stato abitato. E da lì nasce l’obbedienza più difficile: prendere con sé, proteggere, cambiare strada, diventare padre senza possesso.
Dalla finestra dei nostri giorni, Giuseppe continua a parlare. Parla a chi vive situazioni che non aveva previsto, a chi si sente sospeso tra ciò che è giusto e ciò che è possibile, a chi teme che il dubbio sia un fallimento. Giuseppe mostra che il dubbio può essere un luogo santo, una stanza in cui Dio entra senza fare rumore. Non illumina tutta la casa, ma accende una luce sufficiente. Quanto basta per fare il prossimo passo.