La Sacra Scrittura di domenica 9 febbraio

Il commento di don Michele Mosa. «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca»

Di Don Michele Mosa

 

Qualcosa non mi torna: al Maestro basta «scostarsi un poco da terra» mentre i discepoli devono mollare l’ancora, spiegare le veli, darci dentro con i remi e “prendere il largo”. Un dubbio mi assale: per stare in intimità con Gesù basta allontanarsi di pochi metri dalla riva, basta entrare in una chiesa o nella propria stanza, basta una passeggiata in campagna o una giornata in montagna; ma per stare con l’altro bisogna farsi compagni di viaggio. Bisogna lasciare la costa e sfidare il mare aperto. Qualche metro da riva e il mare aperto: è il passaggio da apprendista a imprenditore. O forse potrei dire, più evangelicamente, da discepolo ad apostolo. Perché la barca può essere solo una cattedra o un pulpito oppure può diventare una rete stracolma di pesci. Dipende da te: accogliere il Signore qualche ora oppure giocare per lui e con lui la tua vita. Prendere il largo è il vero miracolo, più miracolo – se così si può dire – della pesca abbondante. Prendere il largo è andare oltre l’esperienza umana, al di là del calcolo delle probabilità e delle statistiche, è non arrendersi all’insuccesso. Prendere il largo è passare da pescatore della domenica a pescatore di uomini, è imparare a fidarsi di Gesù. È credere alla sua Parola. Ho aperto il portafoglio e cercato fra le mille carte che ci sono dentro e non ho trovato alcuna licenza di pesca. Sarà per questo che ho paura a prendere il largo? Sarà per questo che per essere sicuro di prendere il pesce preferisco stare a riva, ingannare il pesce con della pastura o addirittura andare in una lanca chiusa da cui il pesce non può scappare? La barca è la Chiesa – insegnavano i Padri –, i pescatori/apostoli siamo tutti noi: perché navighiamo sotto costa invece di prendere il mare aperto? Forse è questione di fede: le nostre tradizioni sono più forti della fede in Gesù Cristo? L’unica risposta è nella vita e non nei libri o nelle prediche: qual è l’orizzonte della tua pastorale e della tua testimonianza? Prendiamo il largo, senza paura. Senza aspettare ancora. Gesù è con noi. E soprattutto non abbiamo nulla da difendere: inutile costruire barricate e nascondersi nelle trincee: non abbiamo nemici. Siamo fratelli tutti.