La Sacra Scrittura di domenica 13 ottobre

Il commento di don Michele Mosa. “Tu conosci i comandamenti…”

 Di Don Michele Mosa

 

Lo leggo nei tuoi occhi: tu conosci i comandamenti.

Li conosco? Li osservo da sempre.

Come li invidio: Gesù che sa leggere nei cuori e quest’uomo che ha fatto dei comandamenti di Mosè il metro di misura della sua vita.

C’è però una cosa che mi mette in crisi: l’elenco dei comandamenti fatta dal Maestro, buono.

E mi fa pensare non tanto perché riguardano tutti la sfera orizzontale della nostra vita – la relazione uomo-uomo – ma perché sono comandamenti che possono osservare anche i morti.

Perché se è vero che la Chiesa non è una ONG e la preghiera è la linfa vitale dei credenti – tutte le religioni insegnano a pregare – resta il fatto che chi non fa è morto; i viventi fanno (e a volte sbagliano).

Certamente non si commette adulterio, non si ruba, non mente, non si uccide, non si manca di rispetto al padre e alla madre ma, a pensarci bene, questa non è vita è solo denuncia del male e della morte.  “Li ha lasciati fuori apposta – scriveva Silvano Fausti – perché ormai c’è una nuova formulazione: non basta osservare i comandamenti non facendo il male, la vita è un’altra cosa”.

La vita è amare e dove c’è l’amore non c’è comando che tenga!

Tutto diventa dono perché tutto ciò che hai e tutto ciò che sei è dono: dei tuoi genitori, della tua famiglia, degli amici, dell’umanità che incontri ogni giorno.

Non è quindi necessario parlare di Dio – «non nominare il nome di Dio invano» – basta amare chi vive con te: è lui che ti mostra il volto di Dio oggi. Adesso.

Lasciatemi concludere con il testamento di don Lorenzo Milani: “Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, non è vero che non ho debiti verso di voi. L’ho scritto per dar forza al discorso! Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto. Un abbraccio, vostro Lorenzo”.

Era accaduto, come aveva annunciato lo stesso don Lorenzo, il miracolo.

“ ‘Un grande miracolo sta avvenendo in questa stanza’. Che miracolo? ‘Un cammello passa per la cruna di un ago’. Il ‘signorino’ Milani sentiva d’aver finalmente conquistato quella salvazione per cui lottava da quando s’era fatto cristiano e prete». Così Neera Fallaci terminava la prima biografia del sacerdote”.