Di Don Michele Mosa
Respirare. Respirare profondamente.
Respirare l’aria pura delle vette. Lontano da ogni inquinamento.
È come se Gesù volesse portarci alle sorgenti, all’acqua limpida.
“Ma all’inizio – dice – non fu così, all’inizio Dio li creò maschio e femmina”.
All’inizio.
Inizio di una storia, anzi di un progetto. E il progetto era: combattere la solitudine: “non è bene che l’uomo sia solo”. Perché la solitudine uccide anche se, come Adamo, tutto è tuo. Perfino Dio.
Il pericolo è dimenticare l’inizio, l’archè che racconta il progetto. Che disegna la linea verso il futuro.
Contro la solitudine, Dio propone il “per sempre”.
Ma non un per sempre svilito dalla legge, dal codice; un per sempre che nasce dall’amore, dal dono di se stessi. Non serve a nulla un per sempre – matrimonio indissolubile, detto senza giri di parole – che si riduce a una scatola vuota, a un guscio vuoto: toglie il respiro e fa morire.
Abbiamo bisogno di vita, di respirare profondamente come Gesù.
Di leggi ne abbiamo troppe. E spesso uccidono.
Don Battista Borsato, un prete che da anni è impegnato nel campo della pastorale del matrimonio in un suo libro scrive: “Due sposi, nel giorno del matrimonio, non dovrebbero promettere di stare insieme per sempre, ma di tenere per sempre vivo l’amore: è questo che consente loro di crescere”.