La Sacra Scrittura di domenica 26 maggio

Il commento di don Michele Mosa. “Essi però dubitarono. […] Gesù si avvicinò e disse loro: Andate dunque, fate discepoli”

Di Don Michele Mosa

 

Potrei semplicemente dire che diffido degli uomini e delle donne che non hanno dubbi (…). Preferisco invece – sforzo di guardare al bene? – fare l’elogio degli uomini e delle donne che di dubbi ne hanno tanti. E sempre. (…) Che ogni mattina si svegliano con una domanda. (…) Mi piace in proposito citare Ermes Ronchi: “non esiste fede senza dubbi. I dubbi sono come i poveri, li avremo sempre con noi”. Preferisco fare come Gesù di Nazareth: scegliere i miei compagni di viaggi fra chi fa i conti ogni giorno con la propria fragilità, con domande alle quali forse non troverà mai risposta. Preferisco essere parte di quella schiera di uomini e donne che sanno di dover cercare, senza sosta anche se non senza meta. Il dubbio è pensiero che non si addormenta, che non si adagia sulle opinioni più facili o più diffuse. Il dubbio è indice di profondità interiore: troppo spesso ci si attacca a una presunta o vera – scusate il gioco di parole – verità per non fare la fatica di alzarsi e camminare: lì, in quel libro, in quel manuale, in quell’enciclica c’è già tutto, ogni risposta. “Piccolissimo è quello spirito che non è capace o è difficile al dubbio”, annotava Leopardi nel suo Zibaldone. “Se dubito – scrive Agostino nel De Trinitate – vivo”. E addirittura nel “De civitate Dei”: “se mi inganno, sono”.

“Che cosa cercate?”: la prima domanda di Gesù a Giovanni e Andrea. Ricercatori: ecco i discepoli che Gesù “cerca”. E sceglie. Essi dubitarono. E lui li fece discepoli. Le domande, i dubbi, i momenti di sconforto non sono nemici della fede. Non sono segnali di poca fede; tutt’altro. Chiede chiarimenti Maria. Pensa nella notte Giuseppe. Si tormenta nel Getsemani lo stesso Cristo. Perché allora noi abbiamo paura delle domande?

Perché diffidiamo di chi cerca e interroga? Perché snoccioliamo pillole liofilizzate (e spesso non digeribili) di catechismo invece di farci compagni dei dubbiosi, amici dei ricercatori? Perché scendiamo sempre nell’agone della società armati di una verità invincibili, di principi non negoziabili quando invece dovremmo essere i primi ricercatori di una Verità mai raggiunta pienamente, sempre da desiderare?

Compagni sulla via di Emmaus o di Damasco piuttosto che professori alla Pontificia Università… Gesù ama e cerca uomini e donne che non temono il dubbio.

La fede è innanzitutto fiducia. Forse è proprio ciò che ci manca: tanta scienza, poca vita. Tanto sapere, poca bellezza.