Categoria speciale quella dei nemici, così speciale che tutti vorremmo cancellarla. Salvo poi accorgerci che non possiamo farne a meno. Qualcuno dirà che è la vita. Altri che è la natura umana. Di fatto fin da bambino scopri che il mondo intorno a te si divide fra amici e nemici: amici che scegli, nemici che spesso scelgono te. Eppure ti viene spesso da pensare che non sei cristiano se non ami i nemici. Anzi se hai dei nemici. Nella mia confusione – o forse è solo il tentativo di capire – nasce un’altra domanda: i miei diritti possono essere calpestati impunemente? Come difenderli? Soprattutto come difendere i diritti dei più piccoli, dei più deboli? Forse c’è una sola possibilità: alzare gli occhi al cielo. Contemplare il Padre. Lasciarsi plasmare dal Padre. Alzare lo sguardo significa uscire dalla propria sfera, riconoscere di aver bisogno di un terzo fra me e il nemico. E qui mi verrebbe da chiedermi se so fare il terzo in tante situazioni che incontro o se è più facile invece farsi da parte, non immischiarsi, non prendere posizione. O ancora: nei conflitti che ci circondano – penso ad esempio alla guerra Russia-Ucraina – quale ruolo svolge il Terzo, cioè l’Onu o la Comunità Europea? Amare i nemici. Ancora una volta il Vangelo mi chiede di non scivolare nel moralismo o nell’utopia ma di fare i conti con la realtà. E di convertirmi, di cambiare mentalità. Di rischiare in prima persona.
Don Michele Mosa