“Questo non è un Palazzo dove si amministra la giustizia. Qui lavorano gli amici di Adriatici: lo stanno coprendo, non hanno indagato come dovevano, non hanno fatto emergere che è lui l’assassino di mio fratello Youns. Per loro mio fratello non era neanche un marocchino: è un nessuno. Tramite i nostri legali, chiederemo il trasferimento del processo in un’altra sede”. Lo ha dichiarato oggi, sabato 22 ottobre, al termine del presidio svoltosi davanti al Tribunale di Pavia, Bahija El Boussetaoui (nella foto in testa al corteo), sorella di Youns, il 39enne di origini marocchine ucciso la sera del 20 luglio 2021 in piazza Meardi a Voghera (Pavia) da un colpo partito dalla pistola dell’ex assessore Massimo Adriatici. I parenti dell’uomo contestano le conclusioni a cui è giunta la Procura di Pavia a chiusura delle indagini, con l’accusa di “eccesso colposo di legittima difesa” formulata a carico di Adriatici. Una cinquantina di persone hanno manifestato questa mattina davanti Tribunale di Pavia: tra di loro, oltre alla sorella Bahija, anche i genitori di Youns, Mohamed e la moglie Hafida (abitano a Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli), lo zio della vittima e diversi amici e conoscenti giunti anche da Voghera (Pavia). Oltre a diversi cori contro Adriatici e la Procura, sono stati esposti cartelli in cui sono ritratti i due figli di Youns (con la scritta “Papà doveva essere aiutato, non ammazzato”) e viene riportato il testo dell’articolo 3 della Costituzione italiana: “Ma qui a Pavia – ha affermato Bahija durante la manifestazione – non viene rispettato il principio costituzionale secondo il quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”.