Il comandamento non i comandamenti. Quasi a voler far risuonare alle nostre orecchie la domanda del giovane ricco: qual è il primo dei comandamenti? O le parole di Gesù nel cenacolo dopo aver lavato i piedi ai dodici: il comandamento nuovo. Che Paolo voglia ricordare a Timoteo (e a noi) che lo sguardo deve essere fisso sull’essenziale della fede senza perdersi in mille rivoli, mille discussioni, mille questioni che allontanano dal Maestro. Distolgono dal centro. «Questo centro attorno al quale tutto ruota, questo cuore pulsante che dà vita a tutto – ricordava Papa Francesco ai catechisti – è l’annuncio pasquale, il primo annuncio: il Signore Gesù è risorto, il Signore Gesù ti ama, per te ha dato la sua vita; risorto e vivo, ti sta accanto e ti attende ogni giorno. Non dobbiamo mai dimenticarlo». Caro Timoteo, conserva – come dirà di se stesso al termine della vita – la fede. Spendi la tua vita fino all’ultimo per il Vangelo. Annuncia Cristo crocifisso e risorto. Caro catechista, caro educatore, caro genitore, caro presbitero non stancarti – è ancora Papa Francesco a parlare – «di mettere al primo posto l’annuncio principale della fede: il Signore è risorto. Non ci sono contenuti più importanti, nulla è più solido e attuale. Ogni contenuto della fede diventa bello se resta collegato a questo centro, se è attraversato dall’annuncio pasquale. Invece, se si isola, perde senso e forza. Siamo chiamati sempre a vivere e annunciare la novità dell’amore del Signore: “Gesù ti ama veramente, così come sei. Fagli posto: nonostante le delusioni e le ferite della vita, lasciagli la possibilità di amarti. Non ti deluderà”». Spesso ce lo dimentichiamo purtroppo e ci perdiamo sui sentieri di cose importanti ma di secondo piano rispetto al kerigma: Cristo morto e risorto. E così scadiamo nel proselitismo e nell’indottrinamento, ma la fede è questione di attrazione. Spiegava ancora il Papa ai catechisti. «È amando che si annuncia Dio-Amore: non a forza di convincere, mai imponendo la verità, nemmeno irrigidendosi attorno a qualche obbligo religioso o morale. Dio si annuncia incontrando le persone, con attenzione alla loro storia e al loro cammino. Perché il Signore non è un’idea, ma una Persona viva (…)». Non siamo chiamati a vincere un premio. Siamo chiamati a crescere nella fede. A trasmettere la fede. E a fidarci dello Spirito Santo.
Don Michele Mosa