La Sacra Scrittura di domenica 29 agosto

Il commento di don Michele Mosa. «Religione pura e senza macchia»

Tutti, credenti e non credenti, vorremmo sapere qual è la religione migliore: quella appunto, come dice Giacomo, che non ha difetti e non si macchia di errori. C’è una religione “pura e senza macchia” al mondo? E se c’è, qual è? Qui si scatena la bagarre. È la mia, non è la mia… dicono i credenti, litigando fra loro e “facendosi guerra”, naturalmente ognuno nel nome del proprio Dio. Vedete – replicano gli atei, gli agnostici, i non credenti di sorta e di ogni specie – la religione è un male in sé: guerre di religione, crociate, discriminazioni, chiusure, ecc. Non mi perdo nei sentieri della linguistica e della filosofia per spiegare, o meglio per capire quanto le cose siano complesse, cosa sia la religione, mi limito a sottolineare che la parola “threskeia”, usata da Giacomo, si riferisce all’aspetto, per così dire, esteriore della religione stessa (del resto, mi domando: è possibile misurare la fede, se per fede intendiamo l’aspetto interiore?) Mi sembra che l’apostolo non voglia ridurre tutto a filantropia o solidarietà, piuttosto ci richiami a una concretezza anche nella dimensione religiosa. «Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli». Qui è il punto, credo. Non separare mai interiorità da esteriorità, preghiera da azione. Cosa che troppo spesso ci succede. E, dobbiamo riconoscerlo, da una parte è inevitabile: la preghiera vuole, silenzio, raccoglimento, tempo appropriato; la “carità”, l’attenzione all’altro è d’altra parte altrettanto esigente e ti assorbe in pienezza. Religione pura, dunque, è imparare a trasformare la preghiera in gesti concreti e dare alla carità la solida base della preghiera. Come ci spiega bene Matteo al capitolo 25: chi incontra l’altro come un fratello o una sorella, incontra Dio. Perché se non vivi la dimensione della carità, sei vuoto. Sei una campana che chiama gli altri a fare ma non si muove di un passo. È la carità la prova della tua fede. E qui sta il miracolo, anche se a volte non lo vediamo o non profuma d’incenso: coinvolge tutti gli uomini e le donne, anche chi è senza Dio, contro Dio. Senza chiesa e contro la Chiesa. Mi resta in cuore la domanda: quando la religione è pura? Forse ha ragione Papa Francesco: devo camminare con gli altri, fare con gli altri e lo scoprirò.

 

Don Michele Mosa