Non è il momento di scendere a compromessi. È impossibile, ridicolo ed offensivo andare avanti così. Una presa in giro.
Un insulto alla nostra capacità di far fronte alle emergenze. Cerchiamo l’immunità di gregge, ma dimentichiamo come si lotta per ottenere una coscienza di massa. Per avere coscienza è necessario essere consapevoli e conoscere. Solo successivamente si può sviluppare una reazione adeguata, ponderata. Ma i fatti che ci raccontano sono spesso lacunosi o incoerenti, e le misure e le regole che ci vengono imposte (evidentemente) non sono efficaci. Non sta certo a me spiegare perché e a causa di chi le regole non funzionano. Ma questo è un fatto.
Chiudere i locali non risolve il problema, se non si lavora sull’obiettivo vero e finale: evitare che le persone si intrattengano in gruppo a socializzare. Dovunque! A qualunque ora! Stiamo ripercorrendo gli errori di marzo. Misure di contenimento graduali, destinate a diventare “eventualmente” sempre più restrittive, in attesa di verificare se si può evitare una linea drastica, sicuramente molto preoccupante per l’economia e gli equilibri del paese. Ma il punto è che sappiamo già cosa succederà. Già vediamo i paesi limitrofi, in cui scuola e lavoro hanno ripreso prima di noi, e in cui le temperature sono da settimane più rigide delle nostre, che sono già in lockdown. In Italia ci si prepara con calma ad una possibile chiusura verso dicembre.
Non capisco. E ogni volta che non capisco c’è qualcosa che non funziona.Se sappiamo cosa sta per succedere – di nuovo, sia pur in forma leggermente più mitigata – perché non anticipare i tempi di reazione? Dobbiamo fare tesoro dell’esperienza nostra ed altrui. Sperare non basta.
Purtroppo oggi, ora, non c’è età privilegiata e non deve esserci. I comportamenti da adottare devono riguardare tutti indistintamente.
Oggi, ora, non è saggio contemperare il rischio. Serve semplicemente non rischiare. Basta così poco…. Poco tempo, pochi giorni e il nemico invisibile soffocherà, perché, se non trova un corpo vicino per passare da una persona all’altra, il virus muore.
E allora cosa aspettiamo? Linea dura, tutti, tutti insieme, per 20/25 giorni. Ora, subito. Ci siamo già passati e sappiamo cosa significa… sappiamo come fare… siamo stati bravi…Sappiamo anche che questa volta sarà più dura per tutti, economicamente e psicologicamente, ma possiamo farcela!
Sono pochissime le priorità da tutelare per assicurare che la resistenza vinca… tra queste di sicuro non trovo la movida, né la chiusura (facoltativa) di piazze o vie in orari incompatibili con gli orari molto più elastici di apertura di bar e ristoranti. Tra le priorità trovo invece la solidarietà verso i parenti più fragili e i componenti più a rischio delle famiglie. Trovo il diritto di tutti a poter accedere a visite mediche e specialistiche. Trovo il diritto di chi utilizza i mezzi pubblici a vedere garantito il distanziamento. Trovo il diritto a veder garantite modalità efficaci di istruzione di base, in particolare per i bambini piccoli (scuola materna e primaria), che non sono ancora autonomi per poter studiare da soli in casa e che sarebbero comunque accompagnati a scuola da un adulto e riportati a casa dopo le lezioni. Diversa è forse – nell’emergenza – la linea da adottare con i ragazzini della scuola secondaria di primo e secondo grado, che spesso si recano a scuola da soli e frequentano i compagni dopo scuola, essendo già inseriti in un contesto sociale. Questi ultimi possono affrontare con minor scompenso un breve periodo di scuola a distanza, avendo già acquisito un metodo di studio e potendo gestire lezioni e compiti da casa senza necessità di una presenza costante dei genitori, che, nel frattempo, possono “provare” a lavorare (da casa o in presenza). E comunque, per tutti gli studenti, dopo la scuola è opportuno e ragionevole rinunciare per pochi giorni ad uscire con gli amici o invitarli a casa. Agli adulti, qualunque sia il ruolo che essi rivestono, genitori, lavoratori …., resta l’obbligo morale di regolarsi sempre con coscienza, rispetto, buon senso e di accertarsi che i figli facciano altrettanto.
Abbiamo bisogno di una guida forte, coraggiosa, capace di prendere decisioni serie ed efficaci.
Non è il momento di scendere a compromessi.
Purtroppo non sappiamo fare altro e questo prima ancora che il virus, sarà la nostra rovina.
Dott. Gustavo Cioppa
(già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia)