Ha sempre lavorato come dipendente comunale (ora è in forza in Comune a Giussago), poi, un anno e mezzo fa, la svolta con la nomina ad assessore all’Istruzione del Comune di Pavia a cui vi è arrivata per succedere ad Alessandro Cantoni, dimessosi perché diventato nel frattempo consigliere regionale. Ora sembra quasi che le parti siano invertite: Cantoni è in corsa per la poltrona da sindaco a Palazzo Mezzabarba e Valsini ha deciso di sostenerlo candidandosi: “Una scelta, la mia, non così scontata quanto si potrebbe pensare. Non ero decisa a candidarmi, ma quando ho saputo che il nome di Alessandro Cantoni aveva messo tutti d’accordo, allora ho deciso. Apparteniamo alla stessa compagine politica, una lista civica in cui credo, e anche per questo abbiamo una visione simile”. Come detto, Valsini aveva “ereditato” l’assessorato all’Istruzione da Cantoni: “Chi mi precedeva aveva fatto un ottimo lavoro – chiarisce Valsini-. Il mio intento è stato quello di portare a termine, mantenere, rafforzare e consolidare quanto già svolto ed ho avuto anche la possibilità di aggiungere qualcosa di mio. Un’esperienza preziosa sotto diversi punti di vista, che mi ha anche permesso di capire quali sono state le criticità dell’amministrazione uscente: fin da subito ho notato la totale mancanza di comunicazione sia interna che esterna, un elemento che sicuramente non ha facilitato il lavoro. Sono state fatte diverse cose nuove ed importanti ma ci sono ancora elementi da correggere. Questo, però, ci permette di sapere in partenza quali sono le criticità e ciò che va corretto e non è un vantaggio da poco. Personalmente non ho un vero e proprio curriculum politico ma lavorando con le amministrazioni comunali da sempre, ho capito che ciò che fa la differenza è la persona al di là dello schieramento politico. Faccio parte di una lista civica per scelta e sono dell’idea che la gente tante volte faccia politica inconsapevolmente, con diverse scelte quotidiane. E’ questa la mia idea di politica: le scelte di ogni giorno, se ponderate, possono fare il bene della collettività”. Insomma, per Chiara Valsini la politica è anche un …ideale (come ricorda il nome dello schieramento civico a cui appartiene e che, nella versione lombarda, sostiene il Governatore Fontana): “Fare politica non significa dichiararsi appartenente ad un partito. Tante volte le correnti politiche influenzano le scelte e per noi, come lista civica, questo non può accadere. Ci siamo creati una reputazione di tutto rispetto: non è quindi un caso, a mio parere, che il candidato sindaco che li ha messi d’accordo tutti arriva dal nostro gruppo e non da una grande formazione partitica. Per la stessa ragione potrei elencare le belle e buone idee che il nostro schieramento porta avanti ma penso che non sia il caso: ormai si conosce ciò che vogliamo fare a Pavia ed a mio parere va invece ribadito che quello che fa la differenza è il modo e il gruppo. Di Alessandro Cantoni ho piena fiducia, ha la determinazione necessaria per tenere in equilibrio una ipotetica giunta e una grande capacità di ascolto, nonché una buona esperienza; penso che abbiamo bisogno di una squadra che lavori bene e con coesione. Ecco perché mi sono candidata: penso di poter fare squadra con lui e sono ben felice di dare il mio contributo”. Infine, il bilancio del suo assessorato, che in un anno e mezzo Valsini ha saputo conoscere a fondo: “Abbiamo affrontato cinque anni non semplici, considerato anche il Covid del 2020. Ogni giorno facciamo partire un centinaio di maestre (senza contare i supplenti), più di 3.500 pasti al giorno (con 600 diete speciali) e le sostituzioni delle insegnanti; la gestione dell’ordinario e il buon funzionamento non sono scontati. E le due scuole date in gestione che tanto hanno fatto parlare vanno molto bene: sono state affidate esternamente ma il proprietario è sempre il Comune, le iscrizioni sono le stesse, il programma pedagogico è quello delle scuole comunali, i genitori sono sereni e gli ambienti sono stati riqualificati. Le insegnanti, quelle rimaste dopo i pensionamenti, sono state ricollocate e diverse di loro in situazioni migliorative. Dunque, mi pare che l’assessorato abbia fatto un buon lavoro”.
Simona Rapparelli