“Ritorniamo al cuore vero del Natale, mettiamoci alla scuola di San Francesco, chiediamo di partecipare anche noi del suo stupore e della sua gioia davanti al Bambino di Betlemme. Sempre più il Natale, nel nostro mondo secolarizzato, si sta svuotando di senso: diventa una festa piena di cose (basta entrare nei centri commerciali, negli ipermercati delle nostre città e periferie) e vuota di Lui! In molti ambienti di vita, di lavoro, di studio e di cultura, Gesù è il grande innominato: magari davanti al racconto evangelico, alle recite natalizie dei piccoli, sì i prova un moto di nostalgia e di tenerezza, ma in fondo in fondo, alberga nel cuore scetticismo, come se tutto fosse una bella favola, che vale solo finché si è bambini! (…) Solo se riscopriamo la verità e la bellezza del Natale, come inizio di una Presenza umana e divina che ci riscatta e libera dal male e dal nulla, ha senso fare festa, scambiarci gli auguri, donarci e ricevere i regali, ritrovarci con gioia con familiari e amici: «La speranza suscitata da un figlio nato in un angolo oscuro della Palestina, lontano dall’Impero, anima ancora chi la segue. Vive, questa speranza, e dà vita. Dà il coraggio di avere figli, anche in un’ora della Storia che sembra voltarsi indietro, come impazzita. Quel nascere divino e carnale è ciò che promette che, se quelli che amiamo muoiono, non muoiono per sempre. Quel nascere è la certezza che non siamo un nulla».
Chiediamo che sia così per tutti noi, apriamo il cuore al lieto annuncio, al Vangelo di Cristo, alla «grande gioia» proclamata dall’angelo ai pastori”.
E’ uno dei passaggi dell’omelia che il Vescovo Corrado ha pronunciato durante la celebrazione della Notte di Natale, a mezzanotte in Cattedrale a Pavia. Un passaggio significativo che fa guardare al Bambino che Nasce come ad una fonte inesauribile di speranza, di futuro, di bene per ogni persona.
Tutte le omelie delle festività natalizie sono disponibili sul sito della diocesi di Pavia .