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Don Marco Pagniello di Caritas Italiana: “in ascolto del territorio per servire le persone in difficoltà”
“Tutto ciò che Caritas fa, lo può fare anche grazie a quel lavoro, silenzioso, costante, di quegli uomini e donne che si mettono in gioco e vogliono fare la propria parte; non c’è Caritas diocesana senza un centro d’ascolto di comunità parrocchiale”. Con questo ringraziamento, si apre l’intervento di Don Marco Pagniello, ospite del Convegno annuale di Caritas diocesana di Pavia.
Sabato 21 ottobre, nella sala Pertusati presso la Curia vescovile di Pavia, Don Franco Tassone ha aperto e moderato la mattinata. Dopo la significativa introduzione di Mons. Corrado Sanguineti, i numerosi presenti hanno ascoltato le parole del direttore di Caritas Italiana.
Uno dei temi basilari portati al convegno è stato l’importanza dell’ascolto attivo: “Non è possibile costruire relazione, comunità, senza ascolto; la complessità della società non può essere affrontata senza un ascolto vero, autentico” e aggiunge “ascolto degli altri significa interessarsi alla vita degli altri, porre l’attenzione non solo verso le difficoltà ma leggere e saper cogliere le risorse delle persone che abbiamo di fronte, tenendo conto del contesto in cui si muovono”.
Il passaggio successivo ha sottolineato la necessità della condivisione: “l’ascolto attivo dev’essere condiviso, noi operatori e volontari siamo bravi a raccontare la povertà perché noi raccontiamo la vita, la realtà; ecco perché, da parte nostra è altrettanto necessario un lavoro di advocacy, cioè la capacità e la forza di portare alle istituzioni le istanze dei più deboli, dei più bisognosi…noi dobbiamo essere contenti quando dormitori e mense vengono chiusi, non quando vengono aperti, perché ciò significa che le città sono riuscite a farsi carico del problema”.
Facendo eco alle parole di Papa Francesco, Don Pagniello ha poi ribadito l’importanza della promozione umana, evidenziando che è importante abbandonare l’ottica assistenzialista: “ognuno deve fare la sua parte, non tocca a noi risolvere tutti i problemi, a noi tocca porre dei semi, aprire vie, il vero servizio è aprire cammini nuovi, perché gli stessi poveri possano diventare protagonisti del cambiamento, ecco l’inclusione vera; i poveri non sono solo da servire, deve subentrare anche una funzione pedagogica: le cose non cambiano se non metti in gioco qualcosa di tuo”.
La sollecitazione proposta da Don Pagniello è un’esortazione alla costruzione di comunità solidali e partecipate:“più che la parola rete preferisco utilizzare il termine alleanza: ciascun singolo, ciascuna associazione è chiamata a fare la propria parte, in alleanza con le istituzioni non in sostituzione o in opposizione. Siamo tutti richiamati a far crescere, a rieducarci alla corresponsabilità, dovremmo tornare a vivere attivamente le società e i territori che abitiamo; fare alleanze significa anche saper legger le risorse e i cambiamenti del territorio per poterli utilizzare”.
In conclusione, Don Pagniello ha richiamato la necessità di compiere sempre una verifica delle attività progettate e svolte: “la verifica è essenziale per costruire comunità solidali e partecipate e per non cascare nel – si è sempre fatto così – dimenticando che il contesto cambia, la società cambia. La verifica ci permette di valutare se ciò che stiamo facendo serve davvero al nostro territorio. La verifica fa crescere la corresponsabilità”.


L’articolo Don Marco Pagniello di Caritas Italiana: “in ascolto del territorio per servire le persone in difficoltà” proviene da Diocesi di Pavia.