Il Duomo gremito da tante persone che lo conoscevano. Che a lui si sono affidate in tanti momenti della vita. La sua bara, al centro dell’altare. Sulla destra, le Ss. Spine, a rappresentare la città di Pavia e la sofferenza del suo Signore. L’ultimo saluto a don Giuseppe Torchio, i cui funerali sono stati celebrati nella mattinata di lunedì 29 maggio in Cattedrale, sembrano quasi il simbolo di tutta la sua vita, quella di un sacerdote particolarmente amato dalla gente, entrato nel cuore di tutti per la sua mitezza e per la capacità – tanto forte – di stare accanto ad ogni persona, di comprenderne drammi e difficoltà, di saper dire la parola che salva.
“Dotato di grande equilibrio di giudizio, di pensiero e di carattere, ha saputo affrontare situazioni difficili, bisognose di concordia e di serenità – ha detto il Vescovo Corrado Sanguineti nella sua omelia, durante la quale ha anche letto alcuni passaggi del testamento spirituale di don Giuseppe, che lui stesso scrisse all’eremo di Montecastello di Tignale il 21 giugno 2016 -: così nel periodo del suo ministero di parroco a San Mauro, ha reso più chiari e sereni i rapporti tra la parrocchia e la Casa del Giovane, e con impegno e sacrificio ha costruito la chiesa del Sacro Cuore, vincendo mille ostacoli burocratici. Nel servizio di penitenziere ed esorcista, è stato guida sapiente per molte anime e ricercato consigliere: io stesso, talvolta, ho chiesto consiglio a lui, e mi ha sempre colpito la sua saggezza, la sua fermezza e dirittura – non amava le situazioni ambigue e fumose – e la sua umiltà. Tutte le volte che si trovava di fronte a qualche caso particolare, me ne parlava, si consultava con me, chiedeva conferma delle indicazioni per le persone che avevano cercato il suo consiglio”.
Al Vescovo Corrado sono giunti anche i messaggi di cordoglio del Vescovo Emerito Mons. Giovanni Giudici, e dei Vescovi Mons. Andrea Migliavacca e Vittorio Lanzani.
Sul settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 2 giugno un ampio spazio sarà dedicato alla memoria e all’ultimo saluto a don Giuseppe Torchio.