Uno scrigno di bellezza, di arte, di storia e di cultura pavese. Nella tarda serata di sabato 21 gennaio è stato inaugurato il nuovo Museo Diocesano di Pavia, che trova sede nell’antica cripta di Santa Maria del Popolo, sotto alla Cattedrale. Presenti le autorità civili e militari della città, il Vescovo Mons. Corrado Sanguineti, il presidente della Fondazione Museo Diocesano di Pavia don Giancarlo Sozzi, il direttore Marco Romano e la curatrice indipendente Chiara Cardini.
Un momento celebrativo coinvolgente: “Il Museo Diocesano non è solo esposizione di oggetti o di pezzi da collezione – ha sottolineato il Vescovo di Pavia, mons. Sanguineti, durante il suo intervento -: infatti si inserisce anzitutto nella vita di una Comunità Cristiana che anche attraverso l’utilizzo del linguaggio delle arti canta le grandi opere di Dio e proclama la sua fede nel Cristo Risorto”. Il testo completo dell’intervento del Vescovo Corrado è disponibile sul sito della Diocesi di Pavia a questo link: https://www.diocesi.pavia.it/2023/01/21/inaugurato-il-museo-diocesano-di-pavia/
Durante l’inaugurazione è intervenuto anche don Giancarlo Sozzi, presidente della Fondazione Museo Diocesano ringraziando tutte le persone che a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione del progetto museale e ha ringraziato anche don Siro Cobianchi, suo predecessore alla direzione del settore Beni Culturali diocesano; al suo intervento è seguito anche quello del sindaco di Pavia, Mario Fabrizio Fracassi, che, emozionato, ha ricordato l’importanza di celebrare storia e cultura pavese e ha ricordato il momento della Santa Messa celebrata, in piena pandemia, nella attigua cripta della Cattedrale.
Numerosissimi i pavesi che hanno voluto visitare lo spazio museale per la prima volta compiendo un percorso contraddistinto da un evidente valore simbolico: la visita al Museo diocesano inizia infatti dall’antico sarcofago, collocato nella parte esterna dell’ingresso, e prosegue attraverso la penombra degli ambienti sotterranei per tornare nuovamente alla luce attraverso due aperture circolari nella pavimentazione della Cattedrale che permettono di contemplare la luminosità che discende lungo la grande cupola a manifestazione della presenza divina. Dal grembo romanico alla luce rinascimentale: ha luogo una nascita, che è anche nascita di una comunità a partire dalle sue radici spirituali e storiche.