Di Don Michele Mosa
Com’è facile fare del moralismo a partire dal Vangelo! Com’è facile fare esercizio di retorica partendo dal Vangelo!Com’è facile volare sopra le nubi prospettando una vita sopra le righe, senza contatto con la realtà, una vita da eroi più che da santi, perché i santi hanno i piedi per terra. Confesso che tutto questo: moralismo, retorica, astrattezza sono malattie che mi hanno contagiato. Mi sento sempre più un cieco che pretende di fare da guida. Che vuole insegnare ad altri la strada. Cado ogni giorno nella tentazione di sentirmi maestro più che discepolo. E questo – me ne accorgo ogni giorno di più – fa di me un burocrate. Il burocrate di Dio! Il piccolo maestro che riduce la fede ai dogmi e ai precetti. Che chiude la religione dentro i confini dell’ideologia. In una sua poesia Rainer Maria Rilke metteva guardia da questi piccoli burocrati che presumono di avere giardini confinanti con Dio: «Non c’è montagna che li meravigli,/ le loro terre e i giardini confinano con Dio./ Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani,/ a me piace sentire le cose cantare./ Voi le toccate: diventano rigide e mute./ Voi mi uccidete le cose».
Siamo tutti piccoli re Mida che non si accorgono che trasformare ogni cosa in oro luccicante significa morire di fame: l’oro non si mangia. «Un discepolo si era macchiato di una grave colpa. Tutti gli altri reagirono con durezza condannandolo. Il maestro, invece, taceva e non reagiva. Uno dei discepoli non seppe trattenersi e sbottò: Non si può far finta di niente dopo quello che è accaduto! Dio ci ha dato gli occhi! Il maestro, allora, replicò: Sì, è vero, ma ci ha dato anche le palpebre!». Il celebre poema epico indiano Mahabharata commenta: «L’uomo giusto si addolora nel biasimare gli errori altrui, il malvagio invece ne gode». Aveva ragione l’umanista mantovano Baldassar Castiglione (1478-1529) nel suo trattato Il Cortegiano: «tutti di natura siamo pronti più a biasimare gli errori che a laudar le cose bene fatte». Travi che ci rendono ciechi: non ci resta che affidarci all’infinita misericordia del Padre: perdonati, impariamo a perdonare. «Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso» (Lc. 6, 36).