Di Don Michele Mosa
Strano matrimonio quello di Cana: lo sposo viene citato una sola volta e per di più per rimproverarlo, la sposa non compare mai. Così quasi mi viene un dubbio: siamo proprio sicuri che si sia celebrato davvero quel matrimonio? Un matrimonio senza sposi.
Ma poi ho riletto la prima riga, l’incipit: “Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù” e mi si è allargato il cuore. Quel matrimonio non solo è accaduto ma fu una festa. Un momento di gioia a cui partecipò anche Maria e fu invitato Gesù.
Una festa e c’era la madre di Gesù. Notazione su cui dovremmo sostare a lungo: dove c’è festa c’è Maria. Altro che lacrime, tristezza e mugugni.
Siamo troppo abituati alla madre che soffre, alla donna dei dolori così che finiamo per credere, a volte, che se non piange non è Maria.
Invece il Vangelo ci racconta di una donna che gioisce, esulta nello Spirito, canta il Magnificat. Il Vangelo ci racconta di una donna vera – siamo noi che ne abbiamo fatto una statua nel peggiore dei casi, un personaggio nel migliore – che affronta la fatica della vita, la sofferenza dell’essere madre ma sa anche far tesoro della gioia, sa sorridere, sa ballare (perché ai matrimoni si balla non si piange).
E se c’è l’Addolorata ai piedi della croce, c’è anche la gioia della festa di Cana.
C’è la fatica del vino che viene a mancare e c’è la gioia che non si spegne perché il Figlio non ti lascia orfano: lo Spirito è sempre con te.
Per una volta, lasciando da parte i miracoli, l’acqua che si trasforma in vino, l’ora di Gesù e la croce, l’intercessione di Maria per tutti i suoi figli non possiamo anche noi partecipare a questa festa con il sorriso e magari ballando?
P.S.: Guardate nell’immagine questo studio di Leonardo, lo scienziato immerso nello studio, troppo serio per sorridere, per un ritratto di Maria e lasciatevi contagiare dal sorriso della Madre.