La Sacra Scrittura di domenica 10 novembre

Il commento di don Michele Mosa. “Guardatevi dagli scribi […] Osservava come la folla”

Di Don Michele Mosa

 

Vorrei tessere un elogio. Almeno per una volta uscire dalle pastoie della teologia biblica, delle necessità pastorali e fare della parola di Gesù una poesia. Lasciare che si adagi in me senza urgenze di alcun tipo. Come il Maestro: stare seduto e osservare. Per tessere elogi. Per bene-dire. Basta con i rimproveri e le invettive. Innanzitutto, l’elogio della vedova. Povera, non triste. Schiva, anzi anonima, confusa tra la folla e furtiva. Lascia cadere le sue monetine attenta a non farsi vedere, sperando che non facciano troppo rumore. La vedo: è ancora giovane anche se ha gli occhi velati da una nebbia che non lascia entrare il sole. Cammina a capo chino, quasi si sentisse indegna del sole che la bacia. Di Dio che la ama. Porta però nel cuore il desiderio di esserci: sarà l’ultima, nessun uomo saprò mai il suo nome (nemmeno noi), il suo contributo sarai scritto dopo la virgola (centesimi rossi che più nessuno vuole) … ma sarà scritto: e questo IHWH lo. Vede. E anche Gesù. Peccato non lo vedano i discepoli. O i sacerdoti. O gli scribi. Vedova coraggiosa, certamente imprudente: ora di cosa vivrà? Forse sfrontata: “caro Dio ti regalo la vita, cosa ne farai?” . Nel volto di questa donna mi sembra di intravvedere il volto di Maria di Magdala o di Maria di Betania: hanno regalato tutto al Maestro guadagnando critiche, anche da parte dei dodici e degli uomini religiosi di Israele. Ma vi riconoscono anche il volto di un uomo del deserto, un uomo abituato alle armi e alla lotta. Poi morto solo in un angolo di deserto. Accarezzato dal vento e dalla sabbia. Charles de Foucauld, “fratello universale” che nessuno conosceva. Donna senza nome la cui memoria è indelebile. Che vivi nelle pagine del Vangelo e nei volti degli uomini e delle donne che, stando in fondo per non dire dietro le quinte, danno ogni giorno la vita. Tutto quanto hanno per vivere. Sfidando perfino Dio. E poi vorrei fare l’elogio degli occhi. Gli occhi di Gesù che vedono la vedova. E i tuoi occhi quando come quelli del Maestro vedono ancora questa vedova entrare nelle nostre chiese e metterci in difficoltà. E per me vorrei chiedere il collirio dello Spirito Santo per avere occhi limpidi.