La Sacra Scrittura di domenica 3 novembre

Il commento di don Michele Mosa. "Lo scriba gli disse: 'Hai detto bene, Maestro' "

Di Don Michele Mosa

 

Dire bene, benedire.

Vorrei sostare su questo verbo così divino, almeno nelle nostre liturgie, nel nostro modo di pensare, nel nostro vivere di ogni giorno.

Benedire, dire bene è nel nostro sentire comune azione divina. L’uomo chiede e riceve la bene-dizione.

Qui invece è uno scriba – un uomo – che dice bene/benedice Dio: impensabile più che straordinario. Quasi come il primo gesto di Jorge Bergoglio dalla loggia della basilica di San Pietro quando si inchinò chiedendo di essere bene-detto dai fedeli. Rivoluzione, pensò qualcuno. No, normalità perché bene-dire/dire bene non è esclusiva di qualcuno, è piuttosto dovere di tutti. È riconoscere – come fa questo scriba – la verità.

È il primo e forse più vero modo di vivere il comandamento dell’amore al prossimo: vedere il bene in lui, riconoscere il bene fatto da lui.

E poi la risposta di Gesù: non sei lontano.

Fa ancora uno sforzo. Un passo: dai sacrifici e dalla liturgia alla vita quotidiana, alla routine delle solite facce.

Ancora un passo: dalla chiesa alla Chiesa. Dalle calde mura del luogo di culto al caldo (freddo) delle strade.

Ancora un passo: dall’amare il prossimo allo scoprire il prossimo che ti ama.

Non sei lontano dal Regno di Dio perché è il Regno, in Cristo, che si è avvicinato a te.

È solo e sempre una questione di amore perché Dio è amore.