CALCIO FEMMINILE – L’Academy riporta lo sport pavese a livello nazionale

Alessandro Rampulla, responsabile istituzioni, svela obiettivi e strategie: “Potenziare la giovanile e mantenere la serie B”

di Mirko Confaloniera

 

La notizia di ieri (lunedì 29 luglio) del ripescaggio della Pavia Academy in serie B femminile non sembra ancora vera. L’entusiasmo è di quelli che in un periodo storico-sportivo davvero cupo e buio ha riportato un po’ di luce sul decaduto sport pavese, che nel corso degli ultimi lustri ha perso una serie A2 di basket, una massima serie di pallavolo e una serie C di calcio. Scomparsa praticamente da ogni radar dei campionati nazionali, la Pavia sportiva stava vivendo un periodo negativo più unico che raro, soprattutto per essere un capoluogo di provincia del Nord Italia con un ateneo e un polo ospedaliero prestigiosi a livello anche mondiale. Rivedere il nome di Pavia nella cerchia dei 26 top club di calcio femminile italiano ridà sicuramente orgoglio non solo allo sport nostrano, ma anche a tutta la città e il suo territorio. Ma come ripartirà adesso Pavia con questa bella realtà fra le mani?

 

“Innanzitutto con un’importante conferma – ci ha raccontato Alessandro Rampulla, responsabile istituzioni del club Pavia Academy (nella foto, a destra) – Cioè quella di avere una società perfettamente funzionante e che dal punto di vista organizzativo ha dato segno di essere fra le prime trenta squadre d’Italia.  Essere riammessi in un campionato nazionale come quello di serie B significa che i conti sono in ordine e che anche sotto il profilo economico-finanziario c’è un perfetto equilibrio, altrimenti non ci avrebbero rilasciato la fideiussione da 30 mila euro in così pochi giorni”.

 

Da quanto tempo collabora con l’Academy e quale è il vero motore di questa macchina calcistica? “Io collaboro con questa società da febbraio dell’anno scorso e da allora ci siamo concentrati maggiormente su un unico potenziale, che è quello del settore giovanile, sia sotto il profilo dell’organizzazione, sia sotto quello dell’efficienza, cercando così di andare a colmare qualche lacuna che si era manifestata nelle scorse stagioni”.

 

Ora che la prima squadra, punta dell’iceberg “Pavia Academy”, ha riconquistato la serie cadetta, quali sono gli obiettivi a medio-lungo termine? “L’obiettivo principale è quello di potenziare ulteriormente la sezione giovanile, che dovrebbe nel corso del tempo fornire le risorse necessarie per rimanere in equilibrio sotto gli aspetti economici  e finanziari, soprattutto per una società giovane come la nostra, che ha solo cinque anni di vita. Dal punto di vista sportivo, invece, è evidente che la cadetteria nazionale per noi è un grande orgoglio e faremo in modo di mantenerla con tutti i nostri sforzi. Anche in questo senso la società ha voluto confermare tutti quelli che hanno manifestato la volontà di continuare a far parte del progetto, in prima persona l’allenatore Silvio Cassaro (nella foto, a destra), sul quale il club ha fatto un investimento quasi incondizionato, proprio per sviluppare il ‘core-business’ che rimane quello di essere radicati nel territorio con il nostro settore giovanile”.

 

Per quanto riguarda la rosa che scenderà in campo nella stagione 2024/25 ci sono novità su conferme, acquisti, calciomercato, ecc.? “In questo momento sono imbastite molteplici trattative e operazioni. Non sta a me trapelare nulla prima del tempo, soprattutto in questo momento così delicato, visto che soltanto ieri abbiamo avuto l’ufficialità del ripescaggio. Tuttavia, posso confermare che l’identikit sarà quello di una squadra giovane, molto motivata, arrembante, di corsa e di gamba. I profili sono giocatrici giovani, che hanno voglia di venire a Pavia e che hanno voglia di giocare per l’Academy”.

 

Apriamo una piccola digressione: l’universo Academy non è solo il settore femminile, ma c’è anche una sezione maschile, che va anch’essa da una prima squadra alle formazioni giovanili, e proprio qualche giorno fa c’è stata una curiosa notizia, ovvero quella che avete tesserato in prima squadra niente di meno che Michele Lissia, il nuovo sindaco di Pavia… “Esattamente, e non si tratta di un tesseramento simbolico come ha scritto qualcuno, ma si parla di schierarlo proprio come effettivo giocatore della squadra e di utilizzarlo a tutti gli effetti in campo. Lissia è un grande sportivo, giocherà con la nostra formazione in Seconda Categoria, e molto probabilmente riusciremo a tesserare con noi anche suo nipote, che ha giocato nel campionato regionale sardo di Eccellenza”.

 

Capitolo gestione stadio ‘Fortunati’: l’Academy lo condivide al 50% con l’F.C. Pavia, ma prima o poi dovrebbe uscire un bando per l’assegnazione… “Non penso accadrà nell’immediato, la scadenza dovrebbe essere attorno a dicembre 2025 e quindi c’è ancora un anno e mezzo di tempo per pensarci. Essendo la nostra femminile la squadra con il titolo sportivo più elevato sia in città che in tutta la provincia ritengo che l’Academy con il suo bacino di utenza giovanile abbia tutte le carte in regola per poter presentare la propria candidatura”.

 

Torniamo al calcio femminile: questo sport è sempre stato un po’ snobbato a livello generale, ma recentemente – grazie anche ai Mondiali che si sono svolti l’anno scorso in Australia – sta tornando a far parlare un po’ di sé a livello nazionale. L’Academy e la piazza di Pavia potrebbero diventare un punto di riferimento importante in questo contesto? “L’idea è proprio quello di essere un riferimento non solo a livello comunale ma anche globale per la tipologia di prestazione sportiva differente, perché Pavia, a differenza di altre piazze, è capace di offrire a una calciatrice grosse opportunità come prestazioni sanitarie d’eccellenza, cure nei minimi dettagli sotto il profilo sanitario e la possibilità di dedicarsi allo studio in maniera tranquilla. Siamo un angolo molto particolare, nel quale le famiglie possono mandare le proprie figlie e i propri figli a praticare l’attività sportiva e nello stesso tempo coltivare interessi legati allo studio. Ci sono tanti altri progetti che abbiamo iniziato a sviluppare con il Comune, con la Medicina dello Sport e con l’Università. Ma, come si suol dire, di tutto questo ne parleremo nella prossima puntata…”.