La Sacra Scrittura di domenica 17 marzo

“Venne allora una voce dal cielo”. Il commento di don Michele Mosa

Di Don Michele Mosa

 

Rivelazione. Voce che tutti percepiscono.

Ascolta Israele: Dio parla.

Anche a me. Eppure io non lo sento.

Leggo e rileggo la sua parola. La medito. La studio.

Ma la sua voce… resta per me un mistero.

Del resto, ascoltare Dio è, anzi può essere esperienza umana?

Voce dal cielo in ebraico è “bat qol”, cioè figlia della voce, eco.

È, potremmo dire, il riverbero della voce di Dio nell’uomo. Nel suo cuore. Nella sua coscienza.

Si tratta dunque di esperienza mistica.

Oppure no, stando al salmo 29: «La voce del Signore è sopra le acque, tuona il Dio della gloria, il Signore sulle grandi acque. La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza…». Sembrerebbe piuttosto nascondersi nella natura, fin quasi a prospettare una specie di religione animistica.

“Bat qol” diventerò poi la voce dello Spirito Santo.

Ciò che però mi fa più riflettere è che questa voce divina, questa eco della voce del Padre sia sempre legata alla gloria: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». E nel salmo 29: «Nel suo tempio tutti dicono: “Gloria!”». E gloria nel linguaggio dell’evangelista Giovanni è in stretta relazione con la Croce.

Il giorno dopo la sua elezione al soglio di Pietro, nella S. Messa celebrata con i Cardinali il 14 marzo 2013, Papa Francesco parlò di croce e di gloria. “Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore. Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti”.

Verso la Pasqua ormai vicina.