Il gup del Tribunale di Pavia ha dichiarato oggi, mercoledì 20 dicembre, il non luogo a procedere perchè “il fatto non sussiste” per i vertici di Diasorin, la multinazionale italiana che opera nel campo della diagnostica. Proscioglimento anche per Carlo Nicora, ex direttore generale del San Matteo, e per il virologo Fausto Baldanti. La vicenda riguardava la preparazione di test per l’accertamento del Covid-19: un incarico assegnato nel marzo del 2020, all’inizio della pandemia, dal Policlinico San Matteo di Pavia alla Diasorin. Con la decisione odierna cade l’accusa di peculato che la Procura di Pavia aveva sollevato nei confronti di Carlo Rosa e Fabrizio Bonelli, rispettivamente Ceo (amministratore delegato) e Cto (direttore scientifico) dell’azienda con sede a Saluggia (Vercelli).
Secondo la prospettazione del pubblico ministero, Diasorin, nell’ambito dell’accordo di collaborazione sottoscritto con la Fondazione San Matteo di Pavia il 20 marzo 2020, avrebbe ricevuto da quest’ultima “utilità economiche costituite da un ‘pool’ di sieri ad elevato contenuto anticorpale, per un quantitativo prossimo ai 400ml, che avrebbe garantito la produzione del test sierologico Liaison XL Covid-19 IgG per la durata di 5 anni”.
“Il gup del Tribunale di Pavia – sottolinea una nota di Diasorin – ha completamente smontato il castello accusatorio costruito dalla Procura rilevandone la totale infondatezza. Diasorin non ha mai mancato di rinnovare la piena fiducia nell’operato dell’amministratore delegato e del direttore scientifico confidando che sarebbe stata dimostrata la assoluta inconsistenza anche di questa ennesima rivisitazione dell’ipotesi accusatoria. L’odierna decisione non fa che confermare la correttezza della società e dei suoi dirigenti”.