L’esito congressuale di Italia Viva a livello provinciale, alla fine , ha visto la vittoria di Pier Achille Lanfranchi, sindaco di Fortunago, che come candidato unitario alla presidenza, che ha raccolto la quasi totalità dei voti al seggio della provincia di Pavia e dei voti inviati on line a Roma. “Sarà una direzione di comune accordo con Michele Bozzano, vice presidente vicario, per rafforzare e ricreare la struttura del partito coinvolgendo i militanti, riportando entusiasmo e spazio per nuove adesioni e aprendo alla società civile – osserva Lanfranchi, nella foto a sinistra accanto a Matteo Renzi –. Penso che il dialogo tra noi, su basi diverse possa riprendere vigore e si possa costruire un partito con almeno mille iscrizioni, proporzionato al una provincia con quasi mezzo milione di elettori. E’ una situazione da affrontare perché il partito riprende e cresce se ritrova la dignità di essere una formazione di idee, prima che un’associazione di uomini che vogliono il potere”.
“Per quanto mi riguarda – ha aggiunto Lanfranchi -, dopo più di quarant’anni di militanza locale, non mi ritirerò certo dal campo del cattolicesimo democratico, continuerò a fare il mio dovere. Concentrerò con altri amici il mio impegno su quella attività di costruzione del nuovo Centro di Matteo Renzi. Ho anche in animo di dedicarmi ad alcune pubblicazioni, per descrivere anche i passaggi più delicati della mia esperienza di sindaco e per offrirli alle nuove generazioni, che se vogliono possono riprenderli. Quello che posso offrire è un contributo di analisi e di proposta che trova sempre meno spazio nel tempo della politica che stiamo vivendo, ma che potrà dare a tutti ascolto costante e costruttivo. E su questo non ci possono essere transazioni: o la politica è capace di guardare anche agli ultimi, all’interesse dei cittadini e non di consolarli un po’, ma di riscattarli alla pienezza della libertà , dei loro spazi di crescita, oppure la politica non conta. Questo è per me l’impegno politico che sarà vissuto da tutti coloro che vogliono essere sino in fondo non delle persone mediocri, ma delle persone all’altezza della tradizione dei cattolici democratici“.