Pavia, riaperto al Policlinico l’ambulatorio per stranieri

“Dove eravamo rimasti”. Prendiamo in prestito il celebre incipit del compianto Enzo Tortora per comunicare la notizia della riapertura, dopo poco più di tre anni, dell’ambulatorio STP (Stranieri Temporaneamente Presenti) al Policlinico San Matteo di Pavia.
Il servizio, creato nel 2001 dai medici Pasquale Esposito e Francesco Falaschi (ai quali si è poi aggiunta il medico di Pronto Soccorso Barbarah Guglielmana) e dedicato all’assistenza degli stranieri non iscritti al Sistema Sanitario Nazionale era stato chiuso durante l’emergenza Covid a febbraio 2020. Nell’interregno la dott.ssa Guglielmana ha continuato, a titolo personale, a seguire gli stranieri con patologie croniche, a chi necessitava di vaccinazioni e di cure mediche ma non ha mai abbandonato l’idea di riaprire l’ambulatorio.
L’appello lanciato dal Comitato Pavia Asti/Senegal (associazione di cooperazione internazionale) che ha radunato decine di associazioni pavesi facendosi portavoce della proposta è stato benevolmente accolto dal presidente della Fondazione Policlinico San Matteo Alessandro Venturi e mercoledì 26 luglio l’ambulatorio ha riaperto le porte nella nuova collocazione: al terzo piano della palazzina Golgi di fronte all’entrata del Policlinico.
“Abbiamo a cuore questo servizio”, spiega Giuseppe Esposito presidente del Comitato Pavia Asti/Senegal, “perchè dalla sua nascita ha garantito il diritto alla salute anche ai cittadini non regolari. Ad aprile abbiamo lanciato l’appello per la riapertura e tantissime persone ed associazioni hanno aderito. Il San Matteo è stato aperto al dialogo ed alla collaborazione ed oggi festeggiamo la riapertura di un servizio che non toglie diritti a nessuno ma aggiunge strumenti a tutela della salute collettiva. Invitiamo chiunque voglia aderire (medici, infermieri) in forma volontaria per poter dare continuità al presidio”. Sul sito del Policlinico San Matteo, infatti, è presente una scheda che si può compilare per prestare la propria attività in forma volontaria.
“Sono soddisfatta della collaborazione che si è generata con il San Matteo”, sottolinea la dott.ssa Guglielmana, “l’ambulatorio è aperto ogni mercoledì pomeriggio dalle 16.30 alle 19.00, l’obiettivo è quello di implementare il servizio in futuro con un altro giorno di apertura. Sono circa 1.000 gli stranieri (in maggioranza ucraini, cinesi e sudamericani) che seguiamo nell’arco di un anno e l’ambulatorio oltre a costituire un presidio per gli ‘irregolari’ sarà utile per sgravare il Pronto Soccorso di accessi non emergenziali. Le associazioni che hanno risposto all’appello e tuttora collaborano con noi sono la Croce Rossa Italiana (Comitato di Pavia), la Comunità di S. Egidio di Pavia, la Caritas Pavia, il Piccolo Chiostro San Mauro, i Frati Minori di Canepanova, Soleterre”.
L’ambulatorio (aperto ai soli adulti) non sarà ad accesso diretto, vi si potrà accedere previa prenotazione con le associazioni di volontariato; sono già 15 i medici e 2 gli infermieri del San Matteo che hanno manifestato la volontà di dare una mano a titolo volontario e fuori dagli orari di lavoro. Il coordinamento delle attività è in capo alla direzione medica del presidio con la dott.ssa Alba Muzzi e la dott.ssa Sara Cutti. Il coordinamento dell’area amministrativa spetta all’ing. Loredana Gazzaniga
“Grazie al social network Viber”, spiega la dott.ssa Guglielmana, “sono riuscita a rimanere in contatto con numerosi pazienti stranieri in questo periodo di chiusura. Sono estremamente soddisfatta della riapertura e mi auguro sempre che questo presidio sia davvero un’esperienza inclusiva sia per chi vi opera sia per gli utenti”.
L’ambulatorio STP ha ricevuto, nel 2017, la benemerenza della Città di Pavia e assolve a un servizio di garanzia della salute che coinvolge gli extracomunitari senza permesso di soggiorno secondo l’articolo 35 del Decreto Legislativo 286/98, documento che assicura cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali (prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche relative a patologie non pericolose nel breve termine, ma che potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita), interventi di medicina preventiva e prestazioni di cura a salvaguardia della salute individuale e collettiva (la tutela della gravidanza e della maternità a parità di trattamento con le cittadine italiane), vaccinazioni obbligatorie nell’ambito di interventi di prevenzione collettiva autorizzati dalle Regioni, interventi di profilassi internazionali, profilassi, la diagnosi, la cura di malattie infettive.

Matteo Ranzini
(Articolo pubblicato su Il Ticino di venerdì 21 luglio)