“Provo sdegno per coloro che oggi ancora non riescono a dirsi antifascisti. Non dimentichiamo mai che il fascismo riuscì ad imporsi in Italia grazie ad un colpo di Stato, ma anche con un vasto consenso popolare. Oggi, nel ricordo di quei fatti, mi spaventa l’assuefazione di fronte a diritti negati, che imporrebbero invece una battaglia civile per la loro difesa. Dobbiamo cercare tutti di essere antifascisti responsabili”. Lo ha sottolineato oggi il prof. Massimo Castoldi, docente di Filologia italiana all’Ateneo pavese, nell’orazione ufficiale per la cerimonia del 25 aprile svoltasi in Piazza Italia a Pavia (nella foto durante il suo intervento, ndr). Il docente ha ricordato, in apertura del suo intervento, Ferruccio Ghinaglia, principale dirigente della federazione pavese del Partito Comunista, ucciso da un gruppo di fascisti a Pavia il 21 aprile 1921. Uno degli amici più stretti di Ghinaglia era Raffaello Castoldi, fratello del nonno dell’attuale professore universitario. “Il 25 aprile 1945 – ha aggiunto il docente – ci consente oggi di vivere in una società multiculturale, nella quale il confronto tra destra e sinistra nulla ha a che vedere con quella degenerazione fascista. Sui banchi dell’Assemblea Costituente, socialisti e comunisti erano seduti a fianco di liberali e democristiani; il 2 giugno del 1946 al referendum vinse la Repubblica, ma gli sconfitti vennero rispettati. Il 25 aprile 1945, oltre a segnare la sconfitta del regime nazista e fascista, è la data di una rivoluzione culturale di portata europea”.
In precedenza il vicesindaco Antonio Bobbio Pallavicini (intervenuto in assenza del sindaco Mario Fabrizio Fracassi, ancora ricoverato in ospedale) ha affermato che “la Festa della Liberazione ci porta a rifiutare qualsiasi distinguo o interpretazione edulcorata di ciò che ha rappresentato l’occupazione nazista, insieme a quel che restava del fascismo. Non possiamo dimenticare l’infamia delle leggi razziali e delle deportazioni nei lager. Il 25 aprile ha rappresentato un nuovo inizio, con il sacrificio di tante donne e uomini: è grazie a loro che oggi possiamo vivere nella libertà e nella democrazia, valori che abbiamo il dovere di difendere tutti insieme senza divisioni”.
In apertura di manifestazione è stata deposta una corona ai Caduti in guerra. In precedenza si era svolto il corteo per le vie del centro, seguito dalla S.Messa celebrata nella chiesa di S. Maria del Carmine.