E’ stata sospesa la protesta degli studenti dell’Università di Pavia per la mancanza di spazi al chiuso dove poter mangiare a pranzo. Un caso esploso dopo che la scorsa settimana una studentessa di 26 anni, paziente oncologica e disabile al cento per cento, è stata allontanata da un’aula del polo San Tommaso dove aveva chiesto di poter consumare il cibo.
Poche ore dopo l’occupazione simbolica dell’aula G1 avvenuta martedì 15 novembre durante la pausa pranzo (nella foto del Coordinamento per il Diritto allo Studio-UDU), nel tardo pomeriggio si è svolta una riunione di circa due ore tra i rappresentanti degli studenti e l’Università. Un confronto che è stato giudicato positivamente dai ragazzi. “L’incontro che abbiamo avuto va nella giusta direzione – commenta Alessandro Miceli, segretario del Coordinamento per il Diritto allo Studio-UDU Pavia e componente del Senato Accademico -. E’ emersa la volontà di trovare delle soluzioni temporanee ed immediate fino a dicembre, in modo tale che gli studenti possano mangiare al chiuso già in questi giorni di pioggia. In ogni polo si stanno individuando delle aree in cui sarà possibile consumare il pasto e, più in generale, si sta raccomandando al personale di essere flessibile e comprensibile. Nelle riunioni di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione di dicembre si troveranno poi le soluzioni strutturali che chiediamo da tre inverni”.